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IL TRONO DI PELLICOLE: L'ARTE DISNEY IN MOSTRA AL MUDEC DI MILANO

Oggi Federico Fiecconi, storico e critico del fumetto e del cinema di animazione, ci porterà all'interno della mostra Disney: l'Arte di raccontare le storie senza tempo, in veste di consulente scientifico. La mostra si terrà al Mudec di Milano dal 2 settembre 2021 al 13 febbraio 2022, ed è promossa dal comune di Milano-Cultura, prodotta da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore e a cura della Walt Disney Animation Research Library. 






Federico Fiecconi

(Roma, 1960) Critico, storico e divulgatore dell’immaginario disegnato ha firmato oltre 300 articoli, saggi e monografie su fumetto, illustrazione e cinema di animazione, pubblicati da testate italiane e internazionali come Cineforum, Ciak, Tv Sorrisi e Canzoni, Cinemagazine, Design, Topolino, Animation Reporter, Il Giornale, Link, Epoca. Fra le sue opere in libreria, il volume Hollywood 2000 e Topolino Ciakintasca, il catalogo delle mostre Mickey 90 – L’Arte di un Sogno e Disney – l’arte di raccontare storie senza tempo che comprende il suo saggio Wonderland.

Direttore artistico dei festival di animazione Asolo Cartoon Preview e BergamoToons, Federico è stato membro di giuria presso vari festival tra cui il prestigioso Annecy. Da oltre 30 anni  cura eventi e rassegne sul cinema d’animazione e i cartoon, come la mostra Cartoon Stars 1914-2016 a San Marino, Dalla carta ai cartoni e Questi pazzi, pazzi, pazzi pazzi Toons a Bergamo, l'itinerante I Simpson - L’Arte dietro le quinte.

Esperto e storico del mondo Disney di riconosciuta rilevanza internazionale, a partire dal 1984 intrattiene rapporti personali e professionali con varie generazioni di artisti Disney, alimentando così una serie di progetti. Nel corso degli anni ha collaborato a vario titolo con The Walt Disney Company con consulenze e iniziative fra cui mostre su fumetti e film fra cui Pinocchio, Gli Aristogatti, La Sirenetta. Dalla collaborazione con Diane Disney, figlia di Walt, è nata la personale del 2013 Bruno Bozzetto: animation, Maestro! presso il The Walt Disney Family Museum di San Francisco. Sempre a San Francisco nel 2016 ha curato e allestito la mostra e il convegno Pinocchio from Collodi to Disney. Di recente ha realizzato e prodotto la grande mostra celebrativa Mickey 90 – L’Arte di un Sogno a Desenzano del Garda. Federico è il curatore italiano di Disney – l’arte di raccontare storie senza tempo allestita da settembre 2021 al MUDEC di Milano.

L'ARTE DISNEY IN MOSTRA AL MUDEC DI MILANo

Da cosa nasce l’idea della mostra?

L’idea della mostra nasce da un archivio straordinario della Walt Disney Company, ovvero la Walt Disney Animation Research Library. 65 milioni di materiali che coprono ogni parte della grande avventura di Walt e dei suoi collaboratori, dall’inizio negli anni ‘20 fino ad oggi. Un tempo l’archivio era la Morgue, situata negli scantinati dell’edificio, nella parte di inchiostri e colori dove mani femminili dipingevano con attenzione e delicatezza i primi disegni. Oggi gli archivi si trovano in un edificio apposito, climatizzato, catalogati da conservatori museali. Questa incredibile caverna di Alì Babà occasionalmente è aperta al pubblico e, solo in seguito a uno scrupoloso lavoro di selezione, questi gioielli vengono esposti alle mostre o iniziative culturali. La Disney pensa a questa mostra da anni. È stata già portata in Spagna e adesso è da noi, con un distillato di un lavoro corposissimo. Sono orgoglioso di essere stato chiamato come voce italiana di riferimento: ho oltre 300 saggi e articoli Disney alle spalle, ho lavorato con Diane Disney – figlia di Walt – ed è ancora e sempre una grande emozione. Mi considero un po’ adottato dalla famiglia Disney. Grazie alla mostra e a Il Sole 24ore cultura ho ritrovato persone con cui lavorare per una super visione (visto il ricco materiale di oltre 200 pezzi in mostra) e per il completamento di nuove sezioni della mostra, come quella di Pinocchio e di Cenerentola. Ho partecipato anche al catalogo presente alla mostra, con scritti, arricchimenti e un mio racconto.

 



Robin Hood, 1973
Disney Studio Artist 
Concept Art
Guazzo, pennarello e inchiostro su carta
© Disney

Federico Fieccono con la marionetta originale
di Pinocchio 


La mostra incentrata sui capolavori Disney racchiude la sua essenza nel nome: “L’arte di raccontare storie senza tempo”. I lungometraggi sono opere create da vari artisti in grado di narrare attraverso il connubio di immagini, suoni e parole, ma sono anche senza tempo per il loro impatto sul futuro e le loro radici nel passato, con riferimenti a miti, leggende, fiabe e favole.


La mostra ha proprio un’impronta letteraria, è complessa nella sua incantevole semplicità. È divisa in quattro sezioni: miti, fiabe, favole e leggende. È un viaggio della fantasia, in cui possiamo volare sul Monte Olimpo con il mito di Hercules, ritrovarci in una favola con Pinocchio, spostarci nella fiaba con Biancaneve, Cenerentola, La Bella addormentata e Frozen, e continuare con le leggende di Robin Hood e La spada nella roccia. Ci sono bozzetti da ammirare, alcuni analogici altri digitali, e la chiave di lettura è sempre letteraria. Ci sono film legati alla narrazione popolare e poi trasformate in opere da alcuni autori. Una delle domande che ci si pone una volta varcato l’ingresso della mostra è: “cosa ricordo di Biancaneve dei fratelli Grimm?”, per esempio. La mostra svela la fatica creativa di Walt e dei suoi collaboratori per portare sullo schermo quelle storie. È la ricerca creativa di uomini intorno a Walt, di alcune figure straordinarie come Albert Hurter (svizzero, ha lavorato a Biancaneve, ma ha anche creato la personalità dei tre porcellini nel ’33, e portato la sua Svizzera nella bottega di Geppetto col famoso cucù) e Gustaf Tenggren (svedese). Sono i primi concept artist della Disney, figure spesso meno conosciute degli animatori, coloro i quali fissano su carta il personaggio magico che poi prenderà vita sullo schermo, attraverso ricerca, matite, carboncini e colori. Da qui si evince quanta Europa si nasconde dietro a qualcosa che a primo impatto può sembrare esclusivamente americano. Negli anni ‘30 la Disney viaggia in varie capitali europee – anni de La dea della primavera – per preparare Biancaneve, che ha proprio il contributo di Hurter e Tenggren. Anche in Fantasia c’è sangue italiano: James Bodrero inventa, guardando i suoi bambini giocare nel giardino di casa con un asinello, la scena di Bacco sopra l’asinello, qui rappresentato in versione simil unicorno.

 



Fantasia: Sinfonia Pastorale, 1940
Disney Studio Artist
Concept Art
Pastello e matita colorata su carta 
© Disney



La Spada nella Roccia, 1963
Disney Studio Artist
Concept Art
Inchiostro e pastello su carta
© Disney

Quali sono state le innovazioni nel campo dell’animazione e dello storytelling portate da Disney?


La tecnica Disney non è protagonista della mostra, ma appena prima di entrare c’è un pre-show: un corridoio in cui vengono mostrati i processi tecnici nei film e una sezione riguardante le origini letterarie dei capolavori in mostra. Ci troviamo davanti a tutti i processi, dagli schizzi di ricerca creativa, al layout, all’animazione finale. Lo storyboard è una delle grandi scoperte di Disney: già all’inizio della sua carriera Walt aveva l’abitudine di appuntare alcuni foglietti sul tabellone, creando così una storia in continua trasformazione. Tutto il cinema, poi, adotterà lo storyboard. Lo storytelling, invece, è raccontato sala dopo sala, e anche il pubblico è invitato a inventare una storia attraverso un libretto che gli viene dato. È un modo per comprendere quanto sia difficile comporre una trama fatta di personaggi buoni e cattivi, eventi, e conflitti, nonostante nei capolavori Disney tutto sembri scorrere come acqua fresca. È una mostra anche interattiva, che consente di giocare, che piace a grandi e piccoli. È un percorso tra i capolavori, compreso il dietro le quinte di ciò che poteva essere (ad esempio, è possibile vedere una Biancaneve bionda e una rossa nei bozzetti iniziali del personaggio).

 



Biancaneve e i Sette Nani, 1937
Disney Studio Artists
Composizione con acetato 
Inchiostro e pittura su acetato e guazzo su carta 
(riproduzione dell'originale)
© Disney

All’interno della mostra sono presenti bozzetti preparatori e disegni di ogni tipo: dagli schizzi a matita, ai primi riempimenti colorati, fino alla più recente computer grafica. Indipendentemente dalla tecnica, il tutto è accumunato da un’incredibile resa e da una sensazione di magia.


Il colore della mostra sono i bozzetti preparatori, ci sono in ogni sala comparazioni tra questi e il film finito. È una mostra che compie una magia: ferma il fotogramma che è destinato a scorrere. Siamo abituati a vedere un movimento, ma ogni parte di esso è un disegno meraviglioso. Ci sono due sale opposte in cui “si guardano” i disegni di un moderno Frozen e i più classici bozzetti di Cenerentola dalla mano di Mary Blair, in uno scambio intergenerazionale di queste artiste di oggi che lavorano maggiormente con pc e tavolette grafiche, contro i bozzetti e il cartaceo di un tempo. I due castelli, quello di Cenerentola e di Arendelle, si guardano e parlano da sé. Gli artisti che hanno lavorato a questi disegni sapevano mettere su carta anche l’anima del personaggio, caratterizzarlo in modo unico. Dentro la Disney c’era una scuola di arte che intensificò i suoi corsi in seguito a Biancaneve: era un’ossessione per Walt che gli artisti sapessero disegnare le emozioni e la figura umana con credibilità. Il disegno resta disegno, ma deve creare l’illusione della vita.

 



Cenerentola, 1950
Mary Blair
Concept Art
Guazzo su carta
© Disney


In conclusione, parliamo di una mostra magica perché ispirata dal suo protagonista. Il mondo Disney, quello creato da Walter e dai suoi collaboratori, è senza tempo, ed è sempre più necessario in un mondo che deve tenersi stretto ogni messaggio di speranza, di sogni e di bontà presente nella filosofia Disney.


Tutto questo è ben presente nella mostra, in cui il visitatore può immergersi e ritrovare sensazioni del suo passato. Alla fine del percorso si trova l’Infinity Room, una foresta di cristalli che richiama Frozen, in cui lo spettatore è immerso in un’atmosfera sognante. Ricorda come ha vissuto l’esperienza da piccolo, la prima volta che da bambino ha visto uno di quei lungometraggi. Prima di lasciare la mostra, il saluto finale non poteva che essere “se puoi sognarlo, puoi farlo”, ed è direttamente collegato a chi ha sognato per anni dietro alla scrivania. Sono i grandi sogni di generazioni di artisti che hanno contribuito direttamente alla realizzazione di questi capolavori, regalando a noi i loro sogni, che non smetteranno mai di emozionare. 



© Carlotta Coppo




Link al sito della mostra per info e biglietti: 
https://www.mudec.it/ita/disney




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