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INTERVISTANDO... ICARO TUTTLE

Buongiorno readers,
oggi vi propongo una chiaccherata avvenuta con l'autore del libro "La cura, storia di tutti i miei tagli" Icaro Tuttle edito Becco Giallo.

 

 
Ciao prima di tutto benvenuta nel mio piccolo spazio virtuale... partiamo subito con la domanda di rito...Chi è Icaro Tuttle?
Grazie di cuore! a dire il vero penso che non lo sappia nemmeno lei: vorrebbe tanto diventare un’illustratrice. per ora posta disegnini su instagram e sta per laurearsi in design. il futuro per ora è una montagna molto alta e friabile.

Perché questo pseudonimo? Cosa significa?
In realtà è molto semplice: icaro viene dalla prima lettera del mio nome (i) e le prime tre del mio cognome (car), mentre tuttle è un personaggio di un libro di don delillo (body art), autore che amo molto. mr.tuttle è una specie di fantasma/illusione creato dalla mente di una vedova che si ritrova sola nella sua casa, mi piaceva il concetto di sfuggevolezza e invisibilità di questo personaggio (spesso se ne sente solo la voce).

Ora spiegaci come è nato "La cura. Storia di tutti i miei tagli"?
“La cura, storia di tutti i miei tagli” è nato da un progetto universitario: dovevamo lavorare su una parola a nostra scelta che c’entrasse con “cura”, e io scelsi il termine “tagli”. tramite i diversi significati di “tagliare", come “ritagliare", “scappare”, “mischiare”, racconto quella che è la mia storia, attraverso abusi e delusioni. non era un periodo facile quello in cui ho iniziato questo progetto, ma il fatto di avere un libricino (all’inizio colorato e rilegato a mano) con dentro la mia storia mi faceva essere un pochino soddisfatta di ciò che stavo facendo. l’idea di dare alla narrazione la forma di un sillabario è venuta da un libro che ho amato moltissimo, “la vita facile” di alda merini, e anche i colori vengono da questa ispirazione un po’ onirica.

Quanto il web ha influenzato la realizzazione di questo progetto? …  sicuramente senza instagram non avrei mai trovato il coraggio di inviare la mia proposta alle case editrici. era tanto tempo che pensavo di farlo, ma follower e amici sui social mi hanno spinto a darmi una possibilità.
 
Ora un piccolo giochino: 3 buoni motivi per cui i lettori dovrebbero leggere la tua graphic novel
è una domanda davvero difficile, perché questo libro può non rivelarsi una buona idea se si cerca qualcosa di leggero o feelgood. È consigliato per chi sta attraversando un brutto periodo e non vuole sentirsi solo (credo lo suggerirei alla icaro di qualche anno fa), o per chi ha bisogno di farsi un piantino liberatorio pensando a quelle persone che ha dovuto allontanare per poter stare meglio. l’ultimo motivo potrebbe essere la curiosità di vedere temi come depressione e una relazione abusante da un punto di vista diverso, di una persona che fino a qualche mese fa non sapeva un’acca di fumetto, e che si è cimentata un po’ allo sbando in questa avventura.

Quale o quali messaggi hai voluto inviare con questo fumetto ai tuoi lettori?
C’è un pezzettino di una poesia che mi piace molto che dice “there is no bruise like the bruise of loneliness kicks into your spine”. penso che sia così, che ad alcune persone si riconosca la solitudine dal modo in cui camminano, e penso di essere una di loro. quello che davvero vorrei è che le persone che leggeranno questo libro si sentiranno un po’ come se qualcuno avesse poggiato la testa sulla loro spalla e avesse detto “ehi, sono qui con te”. vorrei che facesse una differenza, anche piccolissima, nel loro sentirsi un po’ abbandonati.

Siamo arrivati al momento dei saluti… ma prima di lasciarci volevo chiederti una piccola curiosità… Stai già lavorando ad un nuovo progetto?
Sì! Non ne so ancora molto, ma qualcosa mi dice che sarà riguardo una storia familiare (sullo stile di annie ernaux, autrice che apprezzo molto).
 

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