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RECENSIONI AUTORI EMERGENTI: MALANOTTE. LETTERA APERTA A UNA CARA CATASTROFE DI MICHELE DEL VECCHIO

Buongiorno Gattolettori,
come tutti i giovedì eccoci qui con un altro appuntamento con le recensioni della nostra Simon che oggi ci propone una lettura di Michele Del Vecchio.


Malanotte
Lettera aperta a una cara catastrofe
di Michele Del Vecchio


Genere:
Narrativa
Prezzo:
€ 16,00 (€ 5,99 ebook)
Editore: Bookabook
Pagine: 336
Pubblicazione: 7 novembre 2019

Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d’animo e le corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven. Milo Jenkins, 16 anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è autistico. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno. Se vivi nella cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia e gli incisivi a zappa. La svolta sperata ha le occhiaie viola di Iris, bella come un film di Tim Burton. Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei? Truce e dolce, "Malanotte. Lettera aperta a una cara catastrofe" è una fiaba splatter dove i baci hanno un retrogusto segreto e tra sogno e delirio, amore e morte non c’è grado di separazione.
RECENSIONE

 

Ancora non lo sa ma a diciassette anni la sua vita si stravolgerà. 


"Il Diavolo è nelle fondamenta di Eureka. In questo momento sta crescendo proprio sotto i tuoi piedi. Questa scuola, per anni, è stata la sua prigione. Noi siamo i Caduti, i dannati. Noi siamo gli angeli della Malanotte. Il tuo destino è scritto. Il tuo nome è nelle profezie. Tu sei uno di noi."

Milo vive all'interno di uno schema dove le azioni si ripetono sempre uguali, preordinate, ossessive, tutto deve essere previsto, programmato, controllato, tutto deve andare come sempre è andato. Ma incontra Iris, bella, intensa, fragile, misteriosa come un fiore, due mondi che si incontrano e si attraggono ineluttabilmente.

 

"Due figure sgranate. Effimere. Armonicamente disarmoniche. Stagliate contro un mondo in movimento. COntro nuvole che si rincorrevano, frenetiche, su un velo bianco di cielo. Bianco come la purezza, come la luce, come un soave fiore di loto..."

Insieme Milo e Iris toccheranno il cielo con l'anima, uniti e separati affonderanno nell'abisso più profondo dove buio, tenebre, dolore li risucchieranno, amore e morte, tutto conduce ad un finale inesorabile.

 

"Iris usò una scheggia lunga quindici centimetri come archetto e, sulla mia gola aperta, suonò il violino dell'atto conclusivo..."

Autismo, Asperger, Autòs (stesso), tante sfaccettature di una diversità. Ma perché, non siamo tutti diversi gli uni dagli altri? Chi ha detto che i diversi sono loro e non noi? Difficile e complicato entrare in questo mondo che non è solo uno ma tanti e all'interno di questi tanti mondi altri pianeti. Poco ne sappiamo dell'autismo e a ogni spiraglio una scoperta nuova, cosa pensano, come ragionano, quali i meccanismi, che guidano ossessioni,compulsioni...

Un tema enorme e complesso fatto sta che ad un certo punto la storia vira verso un'altra direzione, Angeli-Demoni-Diavolo-Cielo-Inferi. Con due temi così grandi c'è il rischio che uno dei due sia predominante e l'altro messo in secondo piano, in effetti un po' così è stato, l'autismo su cui non basterebbero libri e libri, rimane in un angolino, una riflessione: forse troppo lineare, fluido il pensiero di Milo, dentro di lui e fuori da lui, troppo poco CAOS, e troppo facile come relaziona con persone, cose, azioni.

La scrittura uno scorrere veloce con un ritmo sostenuto, piena di immagini, metafore, similitudini, che costringono il lettore a spremere le meningi cosa che purtroppo è poco in uso nell'oggi moderno, questo l'ho apprezzato moltissimo, spinge chi legge a cercare un filo sotterraneo colmo di significati entrisechi, solo a tratti arriva più come una ricerca formale, estetica, come se l'autore scrivesse più per se stesso... mai perdere d'occhio l'altro, quello a cui si regala la storia!

Ho avvertito a volte un surplus una piccola forzatura e non ce nè bisogno, perché? Perché scrive così bene!! Creativo, mai banale, ricco, il tutto impreziosito da un filo di ironia. Bella la sonata finale di Iris sulle ali di Milo, Meli che si percuotono, lo stormire degli alberi, strumenti onirici. Così come avvincente e intrigante il finale! Per essere il suo romanzo d'esorsio è notevole.

"Baciami Adrsso. Baciami forte e per sempre. Baciami sulla bocca, Apocalisse."

 



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