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DJ KLAUDIA: CHE SANREMO, RAGAZZI!

Sanremo è finito e ci lascia già tante bellissime canzoni da ascoltare!


CHE SANREMO, RAGAZZI!


 "Il mio primo Sanremo ha fatto 'Rumore', il secondo ha lasciato tutti 'Zitti e buoni', il terzo è stato da 'Brividi'...".

Con queste parole Amadeus, padrone di casa per il terzo anno di seguito, ha riassunto i suoi tre festival e non poteva farlo meglio. Il Festival dei Record (dei numeri, delle interazioni social, delle canzoni memorabili, delle risate e della musica) che difficilmente dimenticheremo.

Partiamo subito con la classifica finale delle 26 canzoni protagoniste di questo Sanremo!


1)      Mahmood e Blanco: Brividi

Vincitori annunciati già dalla prima esibizione, e così è stato. Per quanto ci si aspettasse tutt’altro da loro, il brano sorprende, lasciando un pugno allo stomaco non indifferente. Le due voci funzionano alla perfezione, l’alchimia risulta vincente e regala una performance indimenticabile.


2)      Elisa: O forse sei tu

Torna al Festival dopo 21 anni, e le aspettative erano inevitabilmente alte. Ed è forse proprio questo il motivo per cui il brano non colpisce subito, le strofe sono poco incisive rispetto al ritornello che invece arriva in maniera molto più semplice ed efficace. L’esibizione rimane comunque perfetta ed Elisa si riconferma la grande artista che ben conosciamo, regalando una performance vocalmente impeccabile ed emotivamente forte che ha il sapore di una poesia.


3)      Gianni Morandi: Apri tutte le porte

Si guadagna un terzo posto di tutto rispetto con un brano scritto da Jovanotti, diventato già un tormentone che parla di vita, di forza e di velocità. Tutte caratteristiche che contraddistinguono il cantante di Monghidoro che a 77 anni si rimette in gioco sul palco più famoso d’Italia e lo fa con semplicità e ironia, guadagnando l’affetto di tutti. Bravo Gianni!


4)      Irama: Ovunque sarai

Torna a prendersi il suo riscatto dopo la mancata esibizione dello scorso anno causa Covid con un brano che parla di perdita e di assenza. La ballad non brilla per originalità ed è lontanissima da quanto presentato lo scorso anno. L’aspetto che colpisce di più è l’esecuzione che ne fa Irama trasmettendo tutta la sofferenza e il dolore che prova e che trasmette forza al pezzo.


5)      Sangiovanni: Farfalle

Dopo il successo di "Malibù" si presenta per la prima volta a Sanremo con un brano leggero e orecchiabile che conquista il pubblico. Tiene benissimo il palco in ogni esibizione, riuscendo a mascherare molto bene l’emozione, che inevitabilmente c’èLa sua "Farfalle" sarà candidata a far parte della lunga lista dei tormentoni estivi.


6)      Emma: Ogni volta è così

Alla sua terza partecipazione conquista il sesto posto con un brano in cui il tema principale è quello dell’amore e i modi in cui le donne vengono giudicate a prescindere dalle loro scelte. Si presenta sul palco diretta, per la prima volta, da Francesca Michielin, emozionata e perfetta nel suo ruolo di direttrice d’orchestra.


7)      La Rappresentante di Lista: Ciao Ciao

L’accoppiata vincente di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina torna con un brano che semplicemente funziona senza filtri e costruzioni particolari, appare leggero ma solo in superficie. Tutto questo accompagnato da un sound esplosivo che colpisce subito rendendolo originale, divertente e funzionale.


8)      Massimo Ranieri: Lettera di là dal mare

Un altro grande ritorno sul palco dopo 25 anni, con il racconto di un viaggio in mare, lungo ed interminabile verso la speranza di una vita migliore. Il brano narra il sentimento di solitudine e paura che avvolge il protagonista durante tutta la traversata tra preghiere e silenzi. Un testo che colpisce e non a caso è lui il vincitore del premio della critica.


9)      Dargen D’Amico: Dove si balla

Con lui si balla, davvero. Trasforma il palco dell'Ariston in una discoteca con un brano dance che riesce a smuovere l’ingessato pubblico del festival. Dj, producer e cantautore rap che ha spesso lavorato dietro le quinte, stavolta si presenta in prima persona sul palco. Porta una canzone dal sound elettronico con un testo che riflette i cambiamenti causati della pandemia e le difficoltà degli ultimi tempi.


10)  Michele Bravi: Inverno dei fiori

Come l’ha definito lui stesso, il brano è “una dichiarazione d’amore dei tempi moderni”, che riflette la forza di alcuni amori, ma anche la paura di perdersi e di dover chiedere aiuto. La delicatezza che ha Michele quando canta arriva talmente forte che riesce sempre a scuotere il pubblico, portando inevitabilmente ad emozionarsi.


11)  Matteo Romano: Virale

È uno dei tre artisti in gara catapultati al Festival direttamente da Sanremo Giovani. Il 19enne partito da Tik Tok sbarca con un brano che parla di un amore talmente forte che non esce dalla testa come una canzone che diventa virale. Lui è bravo, la canzone è molto semplice ma ha ritmo, è orecchiabile ed entra in testa da subito.


12)  Fabrizio Moro: Sei tu

Dopo la vittoria in coppia con Ermal Meta nel 2018, stavolta Fabrizio Moro ci riprova da solo, portando una poesia d’amore. La canzone è un ringraziamento nei confronti di chi, con la propria presenza, ci rende la vita migliore mettendo da parte il giudizio per guardare oltre. Lo stile è quello che ben caratterizza le ballad di Moro rendendolo riconoscibile ad occhi chiusi.


13)  Aka 7even: Perfetta così

Prima volta al festival, una conferma per i giovanissimi ed una piacevole scoperta per il pubblico più grandicello. Porta un brano orecchiabile, radiofonico, dal sound coinvolgente che parla di accettazione e di amor proprio in maniera diretta. Lui è sorprendentemente a suo agio, trascinante e coinvolgente, regala un’esibizione che non ha nulla da invidiare a chi quel palco lo ha calcato di lui.


14)  Achille Lauro: Domenica

Anche quest’anno si presenta col suo stile inconfondibile, portando un pezzo che rimane in testa fin da subito ma non stupisce, perché ricorda tanto (forse troppo) "Rolls Royce". Nonostante l’esecuzione si faccia più interessante grazie alla presenza dell’Harlem Gospel Choir, il brano non sorprende, ma è leggero e ha ritmo. 


15)  Noemi: Ti Amo non lo so dire

In ogni sua partecipazione ha sempre portato pezzi che non hanno mai deluso ed è così anche stavolta. Il brano porta la firma anche di Mahmood, parte come una ballad per esplodere poi nel ritornello pop-dance, facilmente canticchiabile. Noemi è totalmente padrona della sua voce e sceglie sempre il repertorio più adatto al suo timbro particolare, portando pezzi che le calzano a pennello.


16)  Ditonellapiaga e Donatella Rettore: Chimica

Un duo inedito con il pezzo più esplosivo e il testo più esplicito del festival, che mischia eros, sound travolgente e polemiche. Il brano rimane impresso già dalla prima strofa e le due donne sono un concentrato di energia sul palco, impossibile non canticchiare “È una questione di (chi chi chi chi)chimica”.


17)  Rkomi: Insuperabile

Primo esordio al festival con un pezzo rock dal ritmo veloce e incalzante che parla d’amore e passione. Il giovane cantautore mostra sul palco grande sicurezza, il brano convince e conferma il suo successo portando l’album in cima alle classifiche.


18)  Iva Zanicchi: Voglio amarti

Grande ritorno anche per lei con un pezzo classico che più classico non si può. Non colpisce per originalità, ma risulta comunque piacevole e non sfigura a confronto degli altri. La performance stupisce, il grandissimo carisma pure. Una voce che fa impallidire i più giovani, sempre elegante, conferma la Zanicchi una gran signora della musica italiana.


19)  Giovanni Truppi: Tuo padre, mia madre, Lucia

Cantautore poco conosciuto dalla lunga gavetta, si presenta all’Ariston con un brano che parla d’amore ma lontano anni luce dai tormentoni sanremesi a cui siamo abituati. Anche se il pubblico lo ricorderà più per il suo outfit che per la proposta musicale, Truppi porta una canzone quasi recitata all’inizio che cresce poi nel ritornello. La melodia non è memorabile, ma vince con un testo profondo e sentito dimostrando una grande abilità nella scrittura.


20)  Highsnob e Hu: Abbi cura di te

Il brano è una ballad leggera ma non tradizionale, non colpisce nell’immediato ma cresce con i minuti e non passa inosservata. È una canzone che ci invita a credere nei buoni sentimenti, trasmettendoci un po’ di serenità. Un pezzo che mancava al festival, perché mescola vari stili risultando inedito e originale.


 21)  Yuman: Ora e qui

Altra scoperta di Sanremo Giovani, con un brano dove racconta la necessità di saper e dover cogliere l’attimo. Parla di un momento difficile, superato grazie al desiderio di vivere invece “qui e ora”. Come dice lo stesso cantautore “Bisogna vivere qui e ora, non lasciarsi soffocare dal peso di ciò che è stato o dalla previsione di ciò che sarà”.


22)  Le Vibrazioni: Tantissimo

Tornano con un brano che segna la loro quarta partecipazione al festival, a metà tra rock ed elettronica. Il pezzo mescola ricordi del passato che si fondono con il presente tra preoccupazione e speranza, quello che colpisce di più è il sound potente ed energetico.


23)  Giusy Ferreri: Miele

Con un bagaglio di hit e tormentoni che hanno spopolato negli anni, fa il suo ritorno a Sanremo con un brano che le calza a pennello e mette ancora più in risalto il suo timbro. Canzone romantica dal gusto retrò, accentuato anche dall’utilizzo di un megafono che ha fatto scatenare twitter, che non ha perso occasione per creare i meme più originali.


24)  Ana Mena: Duecentomila ore

Un brano che ha diviso critica e pubblico e non ha convinto totalmente. Le sonorità sono quelle latine e tangheggianti d’altri tempi e la storia è quella di un amore breve, finito ma vissuto con intensità. L’interprete spagnola fa comunque un’ottima esecuzione, precisa e convincente, ma la canzone non brilla per originalità e rimane sul fondo della classifica.


25)  Tananai: Sesso occasionale

Ultimo dei tre vincitori di Sanremo giovani, Tananai debutta sul palco con un pezzo convincente che rimane in testa. Un brano giovanile, fresco e ironico che può piacere a diverse generazioni. Chiude come fanalino di coda della classifica ma, nonostante non sia stato campione di intonazione e vocalità, sta decisamente avendo il suo riscatto dopo la fine del festival, complice anche l'ironia e con cui ha affrontato tutto il festival.


Questi brani ci hanno accompagnato per cinque serate, ognuna della quale a suo modo ha caratterizzato il Festival, andiamo a vedere come:


1° Serata

Si comincia con l’evidente emozione del padrone di casa che non trattiene le lacrime appena si apre il sipario sulla 72esima edizione del Festival. La presenza del pubblico è sicuramente un valore aggiunto, ma è Fiorello che dà la spinta a questa prima puntata, grande mattatore e amico inseparabile di Amadeus. Intrattiene, diverte e padroneggia alla perfezione, quando manca dal palco si sente, ma fortunatamente i tre momenti in cui appare sono sufficienti a tenere in piedi la serata. La prima “signora” di Sanremo è Ornella Muti, bellezza ed eleganza fuori discussione, ma forse ci si aspettava qualcosa di più. La tensione e l’emozione si sentono tutte,  più che presentare i cantanti in gara e qualche siparietto davvero poco spontaneo, non è di certo una presenza memorabile.

I primi ospiti a infiammare il palco non potevano essere che i Maneskin, reduci dal successo stratosferico in America e nel mondo, tornano dove sono stati consacrati. Emozionati ed orgogliosi di essere a casa, aprono con il rock di "Zitti e Buoni" per chiudere emozionando tutti con "Coraline", che vede commosso lo stesso Damiano.

Bravi davvero, si meritano tutto!

 


2° Serata

Forse la più debole delle serate, vede Checco Zalone che cerca di sopperire alla mancanza di Fiorello con la sua comicità scorretta e dissacrante. Forse un po' debole rispetto alle gag che si aspettano da lui, strappa comunque qualche sorriso. C’è chi lo ama e c’è chi lo odia, ma non capire dopo anni che la sua è una maschera con cui prende in giro l'italiano medio, vuol dire solo aver voglia di polemizzare sul nulla!

Questa volta Amadeus è accompagnato sul palco da una giovane attrice emergente, Lorena Cesarini, protagonista di una riflessione sul razzismo. L’intenzione c’era tutta, l’impegno anche, la riuscita meno. Sopraffatta dall’emozione, la giovane attrice non decolla e non entra mai in parte, non riuscendo a spiccare né sul monologo né sulla serata in sé. Stavolta il lavoro è tutto sulle spalle di Amadeus.

Protagonisti della serata anche Laura Pausini, Mika e Alessandro Cattelan che annunciano ufficialmente la loro partecipazione in veste di presentatori dell’Eurovision di quest’anno che si svolgerà a Torino.

 


3° Serata

A marcia ormai ingranata, Amadeus è molto più sicuro e spigliato, complice anche del consenso pubblico e degli ascolti che lo hanno premiato.

La terza partner che lo accompagna è Drusilla Foer, tanto attesa quanto amata, nell’immediato prende possesso della scena, con eleganza, ironia e bravura…tanta bravura. Si impadronisce del palco in pochi minuti diventando la miglior partner di Amadeus e facendo dimenticare le due precedenti.

L’ospite è Cesare Cremonini, che con il suo medley strega l’Ariston e lo fa ballare con l’immancabile e insormontabile "50special".

 


4° Serata

Puntata, dal ritmo serrato rispetto alle altre che ha visto susseguirsi cover su cover, esibizioni su esibizioni. La protagonista è Maria Chiara Giannetta conosciuta inizialmente nella serie “Don Matteo”, ma ha raggiunto il successo con “Blanca”. Spigliata e divertente, era assolutamente credibile accanto ad Amadeus. È stata protagonista, insieme a Maurizio Lastrico, di un ironico dialogo tra due innamorati fatto con parole e frasi tratte dalle canzoni più note, regalando uno dei momenti di comicità migliori e più intrisi di sense of humor dell’intera serata. Emozionante invece il messaggio lanciato sulla cecità in cui ha fatto salire sul palco le persone che l’hanno aiutata a rendere al meglio il personaggio di Blanca.

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5° Serata

Chiude il cerchio delle co-conduttrici di questo festival un vulcano di energia, Sabrina Ferilli, che ha fatto impazzire i social già dalla conferenza stampa, con il suo linguaggio colorito che ben conosciamo e amiamo. Un’esplosione di simpatia e romanità, si distingue quando seduta sui gradini della scalinata, decide di fare un non-monologo. Non si rende quindi protagonista nel trattare temi importanti (visto il carico che era stato fatto precedentemente) ma punta sulla leggerezza citando Calvino: leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Dopotutto, come lei stessa ha giustamente detto, “perché la mia presenza qua deve essere legata ad un problema? Io sono qui per lavoro e per me stessa…”


Niente da dire, ha centrato il punto, soprattutto nella serata finale dove era maledettamente necessario.


Possiamo dire che questo si è dimostrato il migliore dei tre festival condotti e guidati come direttore artistico da Amadeus. La finale chiude con il 65% di share, interazioni social neanche a contarle e un successo dei brani in gara che è appena cominciato. Numeri pazzeschi che consacrano nuovamente Amadeus nell’Olimpo dei conduttori, inarrestabile. Ha creato un grandissimo Festival che ha lasciato in tutti la voglia di ripartire e di farlo davvero, stavolta; di correre ai concerti, di cantare a squarciagola ogni brano e soprattutto ha portato cinque giorni di unione, di risate e di leggerezza che hanno fatto dimenticare tutto il resto!


Ed ora direzione Torino per un Eurovision2022 che si prospetta altrettanto pazzesco!

 

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1 commento

  1. Un altro Sanremo come sempre scoppiettante, tra canzoni, polemiche e quant'altro, ma a vincere fortunatamente sempre la musica, anche se ancora una volta non del tutto soddisfacente, personalmente parlando, la classifica finale.

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