. LE ACCHIAPPA VIP... GIORGIO VANNI - Il Salotto del Gatto Libraio LE ACCHIAPPA VIP... GIORGIO VANNI - Il Salotto del Gatto Libraio

Fumettilandia

Cinegatto

LeacchiappaVip

LE ACCHIAPPA VIP... GIORGIO VANNI



È un artista incredibile, cantante, musicista, compositore, autore. Lo conosciamo bene, dal momento che è stato presente nei momenti importanti della nostra infanzia, e come potremo mai sdebitarci? Era lì quando ci siamo allenati per l’onda energetica, a quando abbiamo provato a lanciare la nostra prima sfera Poké. Non possiamo che ringraziarlo e ricordargli, sempre, che ci ha donato qualcosa che è per sempre. Lui è Giorgio Vanni, che con la sua voce inconfondibile, la sua energia e il suo amore per la musica è da sempre stato in grado di travolgerci, e lo fa ancora oggi in ogni live (e anche a casa attraverso il cd). Le domande che vorrei fare ad un grande artista come lui sono tantissime, ma sono ben consapevole che abbia una vita e tanti eventi davanti. Quindi amici del Gatto Libraio, mettetevi comodi e leggete le sue risposte, perché sono davvero un esempio di grande passione e amore per la musica e per la vita!

LE ACCHIAPPAVIP... GIORGIO VANNI


Iniziamo con una tua confessione: adesso ci puoi confermare che sei Tony Stark. La somiglianza con il supereroe spiegherebbe, tra l’altro, la tua eterna giovinezza e la scelta di cantare super-sigle.
È vero… Sono Tony Stark! (ride) Però il fatto che io abbia scritto e cantato anche sigle dei Supereroi, soprattutto quelli giapponesi, non c’entra con il fatto che io sia Tony Stark. L’ho fatto, lo faccio e continuerò a farlo perché sono nato per questo: cantare e suonare le sigle. Era il mio destino! Scherzi a parte, sono molto contento di essere entrato nel mondo delle sigle perché mi piace e mi diverto tantissimo a cimentarmi nei progetti che arrivano. Insieme al mio partner, socio e “dolce metà” Max Longhi, continuiamo a lavorare senza sosta per produrre sempre cose nuove.

Ora una mia confessione: ho 30 anni ma ho ancora tutte le tue canzoni nell’mp3, e spesso sono il mio sottofondo musicale per l’allenamento in palestra (danno carica). Una generazione anni ’90 ancorata forse più delle altre alle sue radici, di cui tu sei una grandissima parte. Che ne pensi?

Sono molto contento di essere il tuo sottofondo musicale! E sono contento anche di esserlo per tanti ragazzi: sono tantissimi infatti quelli che esprimono ogni giorno il loro affetto verso il mio lavoro. Grazie ai social, in particolare, mi sono avvicinato molto a queste generazioni di giovani guerrieri e sono molto orgoglioso di leggere e sentire il loro sostegno: molti mi considerano l’icona generazionale degli anni ‘90 e, anche se mi fa molto piacere esserlo, spesso non ci penso. Mi considero semplicemente un’artista che ama il suo lavoro e si diverte… Però poi, a volte, mi fermo – soprattutto durante i live – e penso che tutta quella gente davanti a me, che canta con me, è cresciuta con le canzoni mie e di Max… e questo mi emoziona sempre tanto!

Foto di @Federica Paradiso
Che tu sia innamorato della musica non c’è alcun dubbio. Si sente la tua predisposizione a sonorità precise ed energiche, ma come è nata e come è stata coltivata questa passione da bambino e adolescente?

La musica è il mio rifugio. La mia passione è nata naturalmente, come se da sempre fosse stata insita in me. La mia famiglia mi ha solo aiutato a tirar fuori quello che era il mio talento: fare musica. Mia madre cantava molto bene (anche se non lo ha mai fatto in pubblico) e mio padre era un grande amante di musica. Sono cresciuto con influenze musicali molto importanti: il jazz, la lirica – mio padre si chiamava infatti Radames, come un personaggio dell’Aida di Verdi – e altri generi come la musica Reggae e Black. Ho assorbito tutta la loro passione e la musica è diventata la mia vita.

Foto di @Massimo Pedrazzoli e @Stefano Bentivogli
Avresti mai pensato di poter vivere di musica, qualche anno prima dell’enorme successo meritato che hai avuto? Avevi un piano B?

In realtà no, non ho mai avuto un piano B! All’inizio non me ne sono neanche reso conto che la musica sarebbe potuta diventare la mia vita e il mio lavoro. Ho cominciato molto presto a suonare: tra i 7 e gli 8 anni mi sono approcciato alla chitarra, ho imparato i primi accordi e devo dire che uso sempre gli stessi per comporre le mie canzoni. (ride) Crescendo, ho capito che la musica poteva davvero darmi tanto e ho seguito il mio istinto senza cambiare mai rotta. Non posso dire di essere sempre stato sicuro della strada che avevo intrapreso perché, si sa, il lavoro dell’artista è spesso precario però questo non mi ha fermato. Sono stato fortunato a imboccare le vie giuste ed eccomi qui.

Hai creato qualcosa che è concretamente un luogo sicuro dove tornare, per sempre: i ricordi delle corse dopo scuola per vedere Dragon Ball (e credimi se ti dico che le corse erano per non perdere la sigla), l’energia pomeridiana dei Pokémon al grido di “Gotta catch’em all!”. Ma se ci hai fatto questo regalo essendone il protagonista, chi per te ha creato il luogo sicuro? Chi è il tuo Giorgio Vanni?

Sì, so che molti ragazzi correvano a casa dopo scuola per cantare con me le sigle dei loro cartoni preferiti e questo è stato uno degli aspetti che più ho amato del mio lavoro ai tempi della TV. I miei fan mi considerano un po’ un papà, uno zio che li ha accompagnati durante molti momenti della loro vita e questa cosa mi riempie di orgoglio. Il mio rifugio, come dicevo prima, è la musica. Quando prendo la chitarra, strimpello qualcosa e canto, mi sento al sicuro. Il mio Giorgio Vanni? Beh, ce ne sono un po’… e per la maggior parte sono stranieri. Anche se apprezzo la musica italiana, preferisco la musica black: Bob Marley, Steve Wonder, Marvin Gaye e tanti altri.

Foto scattate daAngelo Cottone (Palermo Comic Convention 2019)


La tua carriera è piena di tappe che sembrano tutte destinate ad accadere. L’incontro con Max Longhi ha portato a nuove collaborazioni, sperimentazioni, crescite; così come quello con Alessandra Valeri Manera. Abbiamo canzoni scritte da te e dall’ammiraglio Max per artisti italiani e non (come Laura Pausini, Mietta, Andrea Vecchioni, Cristiano de Andrè), sigle, duetti con Cristina d’Avena, omaggi, composizioni, produzioni. La musica fa parte di te e tu sei parte totale di essa: come ti senti a vedere – o ascoltare – tutto quello che hai realizzato?

Beh, tanto tempo fa quando non ero ancora il “Giorgio Vanni, la voce delle sigle dei cartoni”, facevo molta fatica ad ascoltare i miei lavori. Sono sempre stato molto critico verso le mie produzioni musicali e lo sono ancora oggi. Ma ora sembra tutto più facile, ormai mi sono abituato a riascoltare le sigle mie e di Max Longhi e le apprezzo molto di più… sono cresciuto! (ride)

Le tue canzoni non hanno soltanto una sonorità speciale che hanno aiutato a diffondere in Italia generi e stili stranieri. Hanno anche un meraviglioso messaggio, e di sicuro mio figlio, un giorno, le ascolterà tutte! Perché sembra essersi persa la consapevolezza dell’importanza di avvicinare le nuove generazioni a temi che hanno un primo approccio proprio dalle sigle, e poi dal cartone stesso. La costanza di Goku, la tenacia di Ash, la dolcezza di Eric, il coraggio di Rufy e della sua ciurma: abbiamo imparato molto da loro. Quanto pensi sia importante?

Alessandra Valeri Manera, grande amica e grande professionista, ha sempre avuto una marcia in più. Ha insegnato a tutti, me e Max compresi, che la musica è un potentissimo catalizzatore e che attraverso di essa si può dire e insegnare tanto. Insieme abbiamo sempre creduto nel potere e nell’energia delle sigle a supporto delle immagini e delle storie e, dal successo ottenuto sia da noi che da altre figure che come me sono attive in questo mondo – Cristina ad esempio – devo dire che non eravamo i soli a crederci. Se il pubblico continua a seguirci così, significherà pur qualcosa! Le sigle e la musica sono importantissime, ma oggi, per questioni spesso burocratiche ed economiche, le emittenti hanno smesso di puntare sulla produzione musicale “fatta in casa” per i cartoni. Purtroppo, i nuovi dirigenti televisivi non la pensano così. Invece io sono convinto che la musica, in questo caso le sigle, siano fondamentali e a volte più importanti del cartone stesso perché aiutano i ragazzi a sognare e a provare delle emozioni forti. Mi spiace che questa sensibilità sia sparita a causa del business e che non si abbia più la consapevolezza del peso della sigla.

Foto di @Carolina Fanni del Parco Sigurtà 2019

Qual è il tuo rapporto con il Giappone? Sei sempre stato appassionato di manga, della cultura e delle tradizioni giapponesi?

Ho imparato a conoscere il mondo degli anime e dei manga grazie alla mia professione. Non sono sempre stato appassionato di cartoni giapponesi, ma ho iniziato ad apprezzarli quando mi sono avvicinato a loro lavorativamente. Lo so, forse con questa affermazione ho deluso qualcuno, ma voglio essere sincero con il mio pubblico. La cultura giapponese, invece, mi ha sempre affascinato. Credo che ci siano usanze e tradizioni meravigliose e che spesso a noi dell’occidente farebbe bene prendere ispirazione dal buonsenso e dal rispetto per la vita del popolo del Sol Levante. Infatti sono molto orgoglioso di essere diventato il Testimonial del progetto “Scopri il Giappone” per JNTO – l’Ente Nazionale del Turismo Giapponese. Grazie a loro ho appreso tante cose e sono molto felice di poterle insegnare e comunicare ai miei fan. E devo dire che hanno apprezzato i miei sforzi!
Chi è Giorgio Vanni fuori dalla musica (se esiste)? Quali sono i tuoi interessi?
Tra le mie passioni c’è lo sport. Non il calcio, ho perso interesse per questo sport da un po’ ormai e non sono tifoso. Mi piace molto il nuoto, infatti faccio piscina; amo leggere; mi piacciono i film di fantascienza e poi ascoltare la musica di altri artisti!

Non perdete i prossimi eventi e l’occasione di vedere Giorgio Vanni live! Tenete d’occhio la pagina Facebook: 


20 Ottobre: Giorgio Vanni Acoustic Live + Interview - Bologna Comix

1 + 2 Novembre: Giorgio Vanni Live - Ritorno a Lucca Comics 2019



GIORGIO VANNI


Foto scattate da Angelo Cottone (Palermo Comic Convention 2019)
Giorgio Vanni (Milano, 19 agosto 1963) è un cantante italiano.
Nel mondo della musica il suo nome gira da molti anni ed esattamente dal 1979, quando insieme a Paolo Costa e Claudio D'Onofrio ha dato vita al gruppo pop-rock Tomato. Nel 1982 vennero notati da Roberto Colombo.

Nel 1983 producono il disco The island of the sun sotto lo pseudonimo Iudy che diventa subito uno dei brani più ballati in discoteca e trasmessi dalle stazioni radio, nel 1984 hanno lavorato all'album Bandido di Miguel Bosè, poi con Den Harrow, Taffy e Ivan. Nel 1985 incidono finalmente il loro primo singolo: Tam Tam, con l'ex battersta dei Simple Minds, Mike Ogletree.

Nel 1987 Giorgio Vanni scrive Lay down on me, pezzo di punta dell'album XXX di Miguel Bosè. Passano altri quattro anni prima che la band riesca a trovare una casa discografica che creda appieno nella sua musica, che è un miscuglio di pop inglese, musica black americana e melodie italiane. Nel 1991, dopo aver lavorato con artisti del calibro di Mango, Eugenio Finardi, Fabrizio De André, Roberto Vecchioni, Pierangelo Bertoli, Tazenda, Giorgio Vanni e i suoi pubblicano il loro primo album Tomato, prodotto da Mauro Paoluzzi e Angelo Carrara.

Nel 1992 partecipano al Festival di Sanremo con il brano Sai cosa sento per te.

Nel 1994 esce il suo primo album come solista, Grande cuore.

Tappa molto importante della sua vita artistica è stato l'incontro con Max Longhi: assieme nel 1996 iniziano a dedicarsi a prodotti musicali televisivi (ad esempio Generazione X su Italia 1) e pubblicitari. Curano gli arrangiamenti di molte campagne pubblicitarie tra le quali ricordiamo: Always Coca Cola, i jingle della campagna Dietorelle', Q8, Brooklyn: utilissime esperienze professionali.

Nel frattempo scrivono Buone verità per Laura Pausini, incisa nell'album La mia risposta.

Altro incontro importante è quello con Alessandra Valeri Manera che dà loro molta fiducia e li incarica di fare alcune sigle per cartoni animati. La prima sigla di Giorgio e Max è Superman (incisa su Fivelandia 16). Seguono poi tante altre sigle tra le quali ricordiamo L'incredibile Hulk, Rossana, cantata con Cristina D'Avena, la trilogia di Dragon Ball, Pokémon, Yu-Gi-Oh!, Naruto, One Piece, Gundam Wing, I cavalieri dello zodiaco (riedizione Mediaset del 2001), Detective Conan, Keroro, Lupin III (la nuova sigla Hallo Lupin per le repliche della prima serie e i film) e Diabolik.



2 commenti

  1. E chi se le dimentica certe sigle? Io no, fantastiche ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero??? Che bei tempi eheheh però a quanto pare non smettono mai di andare ;-)

      Elimina

Powered by Blogger.