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REVIEW PARTY: AMY DI LIUBA GABRIELE

Buongiorno readers,
eccomi qui a presentarvi un' altra bellissima Picture Book targata Hop!, dedicata ad una delle voci soul più belle degli ultimi decenni, Amy Winehouse.


Amy
di Liuba Gabriele
 
                                                      
Genere: Narrativa
Editore: HOP!
Prezzo: € 18,00
Pagine: 88
Uscita: 29 Setembre 2019


Amy Winehouse è stata la cantante più famosa del XXI secolo. Ha venduto milioni di dischi e vinto importanti premi, ha scritto testi bellissimi, ha sorpreso con la sua voce e il suo modo di pensare indipendente. A ventiquattro anni aveva già ottenuto quello che altri cantanti non raggiungono in una vita intera. La sua voce sbalorditiva - una voce da cinquantenne afroamericana nel corpo di una minuta ventenne, bianca, ebrea, di Londra - unita a sonorità jazz, funk e soul, le sue melodie dolci cucite su testi contemporanei, la sua musica sofisticata in contrasto con i suoi atteggiamenti sempre inopportuni, ne hanno fatto un unicum nella storia della musica. Dietro un fenomeno così potente però c'era una ragazza sincera e irrequieta, fragile e insicura. Incapace di gestire il successo, divorata dai media per il suo modo di vivere controverso, ossessionata dal marito Blake, Amy è scivolata in un abisso di autodistruzione. Amy non credeva di poter vivere di musica. Di musica ha potuto vivere, invece, ma il sistema musica, su una ragazza fragile e ribelle, ha agito da folle detonatore, portandola alla morte a soli 27 anni.
RECENSIONE

Fin da piccola è sempre stata una persona ribelle, anticonformista e incline a seguire le regole ma nonostante questo, il successo non le ha mai dato alla testa.
Amy Jade Winehouse nasce al Chase Farm Hospital di Enfield, zona nord di Londra e cuore della comunità ebraica, il 14 settembre 1983, da Mitch e Janis Winehouse.

Amy ama la sua famiglia, soprattutto il padre con cui ha sempre preparato degli spettacolini e dei duetti e la nonna Cynthia, da cui proviene la passione per il jazz. 
Amy infatti fin dall’infanzia fu indrottinata nella musica, la sua è sempre stata una voce soul, nera e graffiante, racchiuso dentro un corpicino bianco ed esile, una voce da cinquantenne afroamericana nel corpo di una minuta ventenne, bianca, ebrea, di Londra.
Basti pensare che gli zii materni erano quasi tutti musicisti jazz professionisti.


Paradossalmente a quanto si pensi, ha avuto un'infanzia abbastanza felice ma quando il padre va via di casa per ricominciare una nuova vita con un'altra donna, Amy inizia a subire i primi colpi e dopo qualche storia d'amore catastofica e il successo del primo album, Frank, ecco che le insicurezze della cantante, potente e talentuosa in alcuni frangenti ma anche fragile e insicura in altri, iniziano a vacillare.

Insicurezze che, amplificate al successo, sono diventate la sua rovina rendendola dipendente dall'alcol e dalle droghe. Con il tempo Amy inizia anche ad infierire sul proprio corpo, perdendo molti chili e alternando digiuni ad abbuffate finchè non si ammala prima di anoressia e poi di bulimia.

Nonostante tutto l’accanimento per “migliorare” il proprio fisico, la mancanza di autostima non la lascia e, quando legge le recensioni ai suoi spettacoli, soffre dei commenti che riguardano il suo aspetto mentre, sicura del suo talento, non si cruccia molto di critiche eventuali sulla sua musica. Il giudizio degli altri pesa incredibilmente sulle sue fragilità e, qualche volta, Amy si ferisce e si taglia, vittima anche di questa forma di autolesionismo. Non fa mistero di essere “una persona autodistruttiva”.
A causa dell'abuso di alcol, le sue ultime esibizioni furono un disastro. Amy infatti, perennemente ubriaca, dimenticava le parole delle canzoni e barcollava come uno zombie sul palco.
La stampa è tutta contro Amy “Wino”, come l’hanno soprannominata, ma il compositore Lloyd Webber, che partecipa al concerto come spettatore, si schiera dalla sua parte. Afferma che la distruggeranno se le daranno tutti addosso. 


Ma Amy non ha più stimoli. Le vecchie canzoni per lei sono un ripiombare nell’abisso, l’ansia da palcoscenico ormai la schiaccia e le procura tremori nervosi che riesce a placare solo bevendo. 

Lasciandoci solo due album pieni della sua voce meravigliosa, il 23 luglio 2011, Amy Jade Winehouse muore in casa per abuso d’alcol, all'età di soli 27 anni, entrando così a far parte, del celebre Club27, di cui si ricordano vari cantanti famosi morti prematuramente all'età dei ventisette anni: Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Brian Jones, Jean Michel Basquia e Janis Joplin.
Leggende indimenticabili, accomunate da un senso di insoddisfazione e da una notevole sregolatezza nello stile di vita.


Dovevo scegliere una canzone di Amy e ho scelto di parlarvi di Rehab, scritta dalla stessa Winehouse e dalla poetessa e musicista americana Erzsebet Beck, Rehab parla del suo rifiuto di andare in clinica a disintossicarsi dall'alcool, come i suoi manager le avevano richiesto. Il titolo è infatti la forma popolare e più usata di rehabilitation center. Al riguardo ha dichiarato: «Ho chiesto a mio padre se pensava che ne avessi bisogno. Ha detto "No, ma dovresti provarci". Quindi l'ho fatto, solo per 15 minuti. Ho detto "ciao" e ho spiegato che bevo perché sono innamorata e ho rovinato la mia relazione. Poi sono uscita». La cantante ha in seguito cambiato manager.
(Tratto da Wikipedia)
REAHB


They tried to make me go to rehab
I said, "no, no, no"
Yes, I've been black
But when I come back, you'll know, know, know
I ain't got the time
And if my daddy thinks I'm fine
He's tried to make me go to rehab
I won't go, go, go
I'd rather be at home with a Ray
I ain't got seventy days
'Cause there's nothing, there's nothing you can teach me
That I can't learn from Mr. Hathaway
I didn't get a lot in class
But I know we don't come in a shot glass
They tried to make me go to rehab
I said, "no, no, no"
Yes, I've been black
But when I come back, you'll know, know, know
I ain't got the time
And if my daddy thinks I'm fine
He's tried to make me go to rehab
I won't go, go, go
The man said, "why do you think you here?
I said, "I got no idea"
I'm gonna, I'm gonna lose my baby
So I always keep a bottle near
He said, "I just think you're depressed"
This me, "yeah, baby, and the rest"
They tried to make me go to rehab
But I said, "no, no, no"
Yes, I've been black
But when I come back, you'll know, know, know
I don't ever wanna drink again
I just, oh, I just need a friend
I'm not gonna spend ten weeks
Have everyone think I'm on the mend
And it's not just my pride
It's just 'til these tears have dried
They tried to make me go to rehab
I said, "no, no, no"
Yes, I've been black
But when I come back, you'll know, know, know
I ain't got the time
And if my daddy thinks I'm fine
He's tried to make me go to rehab
I won't go, go, go



Un libro affascinante, capace di farti apprezzare ancora di più un'artista, che grazie alla sua voce immortale, nessuno dimenticherà.


2 commenti

  1. L'ho letto anch'io giusto ieri, veramente interessante e soprattutto commovente..ne parlerò presto anch'io!

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  2. Si concordo con te... ho scoperto tanti retroscena della sua vita che non conoscevo, veramente una grandissima voce persa. Appena la pubblichi allora passo a sbirciare :-)

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