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RECENSIONE: IL MASSACRO DEL CICRCEO. 29-30 SETTEBRE 1975 DI AUTORI VARI

Buongiorno Gattolettori,
Il massacro del Circeo. 29-30 settembre 1975  è un saggio che ricostruisce uno dei delitti più atroci della storia italiana, analizzando il contesto sociale, politico e culturale di quegli anni.


Il massacro del Circeo
di di Iacopo Benevieri, Ilaria Amenta, Laura Ballestrazzi, Lorenzo Desirò, Luca Marchetti, Paolo Mattera, Laura Moudarres, Mario Scagnetti 

                                                

Genere:
 Narrativa/Thriller
Editore: Tab edizioni
Prezzo: € 195,00 (ebook 9,00)
Pagine: 180
Uscita: 30 settembre 2025



Esterno giorno, promontorio del Circeo. Una 127 bianca si ferma davanti al cancello di una villa. A bordo ci sono Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due adolescenti affamate di vita e di nuove esperienze. Non sanno ancora che i ragazzi gentili e ben vestiti sui sedili anteriori le hanno invitate a una festa che non si svolgerà mai, con l’intenzione di rapirle, seviziarle e ucciderle senza pietà.
Inizia così, con un cancello nero che si richiude alle loro spalle, una vicenda che ha inciso una ferita nella società italiana e una cicatrice nel linguaggio, nel diritto e nell’immaginario collettivo. Ma quali fattori hanno portato al massacro del Circeo? In quale contesto sono maturati i profili dei carnefici? Chi erano Rosaria e Donatella prima di varcare quel cancello? Questo saggio corale, come una serie tv, racconta in sei episodi i retroscena e gli snodi cruciali di un delitto che, dopo cinquant’anni, continua a essere tragicamente attuale.

RECENSIONE


29 settembre 1975. Una Fiat 127 bianca si ferma davanti a una villa sul promontorio del Circeo. A bordo ci sono Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due ragazze poco più che adolescenti, piene di vita e di sogni, ignare che dietro quei sorrisi gentili e quei vestiti eleganti si nasconda un orrore senza nome.

Da quel cancello, Rosaria non uscirà più.
Donatella sopravvivrà, ma la sua testimonianza cambierà per sempre il modo in cui l’Italia guarda alla violenza di genere, al privilegio e all’ingiustizia.

Il massacro del Circeo. 29-30 settembre 1975, scritto da Iacopo Benevieri, Ilaria Amenta e Laura Ballestrazzi, non è soltanto la ricostruzione di un crimine efferato. È un viaggio nella memoria collettiva, una riflessione lucida e corale su ciò che ha reso possibile quella violenza e sulle sue conseguenze nella cultura italiana.

Gli autori scelgono una forma narrativa originale: il libro è organizzato in sei episodi, come una miniserie documentaria.
Ogni capitolo scava in un aspetto diverso del caso: le vite delle due ragazze prima del rapimento, il profilo dei carnefici, l’ambiente politico e sociale dell’Italia degli anni Settanta, il processo mediatico e il linguaggio che ne è derivato.

Il risultato è un’opera ibrida e coinvolgente, a metà tra il giornalismo d’inchiesta, la cronaca e l’analisi storica.
La scrittura è precisa, mai sensazionalistica, rispettosa delle vittime ma al tempo stesso spietata nel denunciare le complicità, i silenzi e le giustificazioni che hanno accompagnato quel delitto.

Il caso del Circeo non è stato solo una tragedia personale: è diventato un simbolo di classe e potere, di come la violenza possa nascere dal privilegio e dall’impunità.
Gli autori mostrano con chiarezza come la società dell’epoca, e in parte anche quella di oggi, fosse intrisa di maschilismo, disuguaglianza e colpevoli distorsioni morali.

Una delle scelte più potenti del libro è quella di ridare voce e dignità a Rosaria e Donatella.
Non come nomi di un titolo di cronaca, ma come ragazze con sogni, affetti e paure.
Attraverso le testimonianze, le ricostruzioni e i ricordi, gli autori restituiscono loro ciò che la cronaca spesso nega: l’umanità.

Il libro riesce così a trasformare un racconto di morte in un atto di memoria viva, un monito che attraversa il tempo e continua a parlarci oggi, in un’epoca in cui la violenza di genere è ancora una ferita aperta.

Il massacro del Circeo. 29-30 settembre 1975 è un libro doloroso ma fondamentale.
Un libro che invita a ricordare, a capire, a non voltarsi dall’altra parte.

Con uno stile limpido e una narrazione corale, gli autori ci conducono dentro la storia non per alimentare il morboso, ma per decostruire i meccanismi del potere e della violenza, per ricordarci che la memoria non è solo un dovere, ma una forma di giustizia.
 
Leggerlo significa guardare in faccia il buio della nostra storia per non permettergli di ripetersi purtroppo però non sembra che recepiamo molto gli sbagli del passato...

Hai mai letto un libro che trasforma la cronaca in consapevolezza?



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