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CINEGATTO: PER IL CONCLAVE DI BERGER SERVE GUARDARE FUORI DAGLI SCHEMI

 Disponibile su Sky.


Scheda Film


 

Dopo la morte improvvisa del Papa, il Cardinale Lawrence (interpretato da Ralph Fiennes) è incaricato di guidare il conclave per l'elezione del nuovo pontefice. Durante il processo, emergono segreti e intrighi che potrebbero scuotere le fondamenta della Chiesa.  Oscar® e Golden Globe 2025 per la miglior sceneggiatura non originale al thriller Conclave ambientato nel mondo della Chiesa di Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale) che vede un superlativo Ralph Fiennes protagonista, affiancato da Isabella Rossellini, candidati ad Oscar® e Golden Globe, oltre a Stanley Tucci, Sergio Castellitto e John Lithgow. Il film è stato candidato in totale a 8 Oscar®, 6 Golden Globe e 12 Bafta Awards di cui 4 vinti. Il Decano Thomas Lawrence guida la votazione, assicurandosi che tutto si svolga correttamente e contenendo le ambizioni dei cardinali candidati. Sullo sfondo c’è suor Agnes, che conosce molti segreti del Vaticano, ma è emarginata insieme alle consorelle dall’universo maschile.

 

PER IL CONCLAVE DI BERGER SERVE GUARDARE FUORI DAGLI SCHEMI

Mai film sembrò più adatto al periodo storico che stiamo vivendo. Nelle sale da fine 2024 e ora in streaming su Sky, Conclave ha anticipato quello che sarebbe successo da lì a poco: la morte del Papa e la successiva scelta del nuovo pontefice. Per questo motivo un film di cui si era sentito parlare - ma non abbastanza - grazie ai premi vinti durante la stagione degli Oscar viene oggi rivalutato e visto da molti più spettatori. 

ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!

Il film di Berger ha la sua forza nella sceneggiatura, nella fotografia, nella regia e nelle prove attoriali. Risulta incredibile che un film così ben proporzionato e strutturato non abbia riscosso anche più premi rispetto a quelli vinti (che si aggirano tutti più o meno attorno alla Sceneggiatura non originale, essendo il soggetto tratto dal romanzo di Robert Harris). 
Gli ambienti enormi, silenziosi, poco illuminati in cui si respira un'aria di solennità fanno da sfondo alle quasi 2 ore di film, in cui i protagonisti del conclave sono chiamati a prendere una decisione importante che verrà accolta dal mondo intero. Così si intrecciano le vicende, il passato, i segreti dei presenti, il tutto sotto la supervisione del cardinale e decano Thomas Lawrence, interpretato magistralmente dal sempre bravissimo Ralph Fiennes. 
I movimenti di macchina seguono con discrezione gli attori, si muovono nei corridoi, nelle sale, nelle stanze e si fermano davanti agli intrighi e ai colpi di scena presenti per tutta la durata del film, facendo da occhio dello spettatore, che guarda, giudica. 




La recitazione di Fiennes è pacata, delicata, evocativa nelle parole da usare, nel discorso sincero rivolto ai suoi fratelli prima della scelta del nuovo Papa. Il cardinale Lawrence mostra molte sfaccettature nel suo personaggio: il dubbio nella preghiera, la responsabilità di guidare il conclave e la certezza di quanto questo compito sia importante, la paura che non venga scelto ciò di cui il mondo ha bisogno, l'ambizione che nemmeno lui sa se è parte di lui o no.
Il cardinale Aldo Bellini interpretato da Stanley Tucci è un abile oratore, convince Lawrence con le sue parole di non voler diventare Papa, ma di essere l'unica scelta possibile per evitare che qualcuno di non meritevole venga eletto, qualcuno che riporti la chiesa indietro con convinzioni antiche e sbagliate. Ma lui stesso, che punta il dito contro Lawrence e la sua - vera o meno - ambizione, è bramoso di potere, accecato dalla visione di poter entrare nella storia come nuovo Papa. 
Nel cast anche una Isabella Rossellini che impone in modo evidente la sua presenza, quella di donna, nonostante cerchi di restare sempre al suo posto con discrezione. 
Volutamente eccessiva la recitazione di Sergio Castellitto che interpreta il cardinale Tedesco, che ricorda più un politico che un uomo di chiesa: pieno di ideali e di convinzioni che si basano tutte su etichettature, sicuro di sé e della sua visione in realtà pericolosa, che scinde le persone in gruppi, identifica in alcuni di essi il male comune. 
E grazie al suo personaggio ha ampio spazio il suo opposto, il cardinale Benitez. Un missionario messicano da poco divenuto arcivescovo di Kabul, nominato cardinale in pectore dall'ex pontefice. Proprio lui, l'ultimo partecipante del conclave ammesso in extremis, diverrà il nuovo Papa. E qui, dopo aver affrontato durante il film temi di peccato, discriminazione, imperfezione umana, Papa Innocenzo XIV (il nome scelto da Benitez) sorprende con un'ultima rivelazione concessa a Lawrence: ha vissuto la sua vita nel corpo di un uomo, ma ha scoperto di avere un utero e delle ovaie. Questo ultimo dialogo tra i due personaggi si svolge in una stanza quasi claustrofobica, al contrario degli spazi ampi che abbiamo visto per tutto il film. Una confessione finale che mostra come nessuno sia perfetto davanti a regole e pregiudizi umani, ma lo sia davanti agli occhi di Dio, quel Dio che ha creato Benitez e che egli stesso non ha voluto contraddire ricorrendo a un'operazione. 




Forse è necessaria un'unione tra i complementari uomo e donna, tra le culture, un'apertura verso ciò che consideriamo diverso e lontano dagli "standard" imposti da noi stessi. E proprio in quel finale, con Lawrence che finalmente spalanca la finestra verso un nuovo giorno, un nuovo inizio, con la fine della reclusione del conclave e la consapevolezza che ogni fine porta a un nuovo inizio, viene lanciato questo messaggio. 




                                               

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