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CINEGATTO: FROZEN 2

Hola readers,
devo essere sincera, parlare di Frozen 2 senza poter affrontare apertamente la sua trama non è semplice. Perché come accade spesso nei film Disney, la cosa più preziosa è racchiusa nella destinazione finale di una corsa iniziata con un viaggio, in questo caso con il primo capitolo di 6 anni fa. Il cuore del film, anzi dell’intera storia, è nel meraviglioso messaggio che gli autori hanno voluto dare, ricco di simbologia e significato. Non ci sono spoiler per il momento, potete proseguire. Ma proverò a spiegarvi cos’è Frozen 2, nella speranza che ripenserete alle mie parole quando vi ritroverete in sala davanti allo schermo.


Scheda Film

Frozen 2: Il segreto di Arendelle è un film di genere animazione, avventura, commedia, family, fantasy, musicale del 2019, diretto da Chris Buck, Jennifer Lee, con Serena Autieri e Idina Menzel. Uscita al cinema il 27 novembre 2019. Durata 103 minuti. Distribuito da Walt Disney Pictures.

Frozen 2 - Il segreto di Arendelle, il film d'animazione diretto da Chris Buck e Jennifer Lee, vede Elsa, Anna, Kristoff, Olaf e Sven affrontare una nuova sfida che li metterà sulle tracce di un incredibile segreto da svelare. Sono trascorsi 3 anni dagli eventi di Frozen - Il Regno di Ghiaccio e Arendelle sembra aver ritrovato la pace. Elsa ha ormai imparato a governare i suoi straordinari poteri, mentre Anna è felice di aver trovato in Kristoff l'amore che tanto sognava. Tuttavia, la tranquillità del regno è destinata a essere turbata da una nuova minaccia proveniente dal passato. Mentre le due sorelle, Olaf, Kristoff e l'alce Sven stanno giocando, Elsa viene improvvisamente distratta da un canto misterioso che proviene dalla foresta e che solo lei riesce a sentire. Decide di ritirarsi nella sua stanza per riposare, ma Anna, preoccupata per il suo strano comportamento, la raggiunge rassicurandola con la dolce ninna nanna che la madre, la regina Irada, cantava loro quando erano bambine.
Ma quella voce angelica che non smette di tormentarla, finisce per risvegliare in lei poteri legati ad alcuni spiriti incantati, gli stessi con cui suo padre si era confrontato molti anni prima durante una battaglia nella foresta. Quando tutti gli elementi (fuoco, acqua, vento e terra) si abbattono sulla città di Arendelle, Elsa e i suoi compagni d'avventura decidono di dirigersi a nord, verso un nuovo regno dove domina l’autunno, per scoprire la causa della morte dei suoi genitori e l'origine del suo incredibile dono.

Per le voci italiane sono state confermate quelle del precedente film: Serena Autieri per Elsa, Serana Rossi per Anna, Enrico Brignano come Olaf e Paolo De Santis per il bel Kristoff.
recensione

Ci siamo sempre chiesti perché Elsa è dotata di enormi poteri, da dove essi vengono, come tutto ha avuto inizio. Lei per prima ha sempre vissuto all’ombra di queste domande, chiudendosi spesso in una solitudine a metà tra una costrizione e una scelta. Paura di fare del male, di ferire chi ama, di possedere una forza devastante e distruttiva, ma anche incapacità di farsi comprendere fino in fondo, con la consapevolezza che per gli altri vivere è sempre stato più facile. Niente serenità per la Regina di Arendelle, la cui spensieratezza è sempre stata soffocata da una domanda che la stringeva da dentro: “chi sono io?” 

         
Avere un potere di cui non si conosce nulla può spaventare, esattamente per lo stesso principio che ci fa aver paura dell’ignoto. Conoscere fino a raggiungere l’origine di sé stessi è l’unica soluzione, non solo per Elsa, ma per tutti noi. Così il suo viaggio diventa anche quello di Anna, di Kristoff e perfino di Olaf, che in questo secondo capitolo strapperà tantissime risate alternate da domande esistenziali dovute a una fase di crescita (succede anche ai pupazzi di neve). La scelta dell’autunno, stagione di transizione che domina lo scenario suggestivo per l’intero film, con i suoi colori, gli alberi imponenti e la nebbia che fanno da cornice alla storia, sono opera – oltre che, come detto, di una scelta legata alla trama – dei viaggi in Norvegia, Finlandia e Islanda dello scenografo Michael Gaimo, dei registi Chris Buck e Jennifer Lee, del produttore Peter Del Vecho e del director of story Mark Smith. Lo scopo era studiare i paesaggi, gli abitanti e le culture nordiche, catturandone l’essenza magica che è stata trasposta nel film. Ogni passo porta verso uno strato più profondo della natura dei protagonisti, che si liberano della neve e del ghiaccio per cercare la verità nell’essenza e nel principio. Tutto sembra avvolto in una nube di magia in stretto contatto con i quattro elementi dominatori dell’universo: Acqua, Terra, Fuoco, Aria saranno ciò che Elsa dovrà affrontare durante il suo viaggio per la scoperta di sé stessa. 


Da dove potrebbe iniziare, del resto, se non dai pilastri che danno vita all’intero universo? Anche qui l’ispirazione è tratta dai miti germanici, ma ne parleremo dopo, nella sezione spoilerosa. Ciò che è importante focalizzare adesso, è la direzione nobilissima della Disney che da qualche anno a questa parte si è spostata verso un livello ancora più profondo di sensibilizzazione. L’amore per la natura e il regno animale non è mai stato un segreto: come è facilmente intuibile dai classici, si è sempre cercato di ottenere un punto di incontro tra uomo e natura – Il Re Leone ne è l’esempio più lampante – nel tentativo di conoscenza e rispetto della nostra casa. Adesso, soprattutto con l’attualità che devasta il nostro eco-sistema, la direzione disneyana sembra scavare ancora di più nelle radici dell’esistenza, proseguendo la strada intrapresa nel 2016 con Oceania. Tanto di cappello a chi cerca sempre nuovi modi per colpire il cuore della gente su temi così vitali. La nostra storia è piena di miti e realtà in cui l’essere umano si è insidiato in un territorio, temendo e distruggendo i popoli in contatto con la natura, per poi capire l’importanza che essi hanno nel tenere in piedi un pianeta che non ci appartiene. La storia raccontata in Frozen 2 è esattamente questa, la visione di due estremi costituita dagli umani civilizzati e dai Northuldri, popolazione “magica” della foresta, se interpretiamo la parola nel senso di chi possiede la capacità di leggere e sfruttare le proprietà della natura (o che non è corrotto dalla sete di dominio, in altre parole). 


Un altro concetto interessante introdotto dal film è quello della “memoria dell’acqua”, proposta nel 1988 da Jacques Benveniste al fine di dare una spiegazione all’incredibile funzionamento del sistema omeopatico. Il saggio Olaf, ripropone questa teoria affascinante e presa per buona nel film, cosa che non dispiace affatto. È incredibile come il primo capitolo adesso risulti l’inizio di una storia pensata nella sua totalità nel 2013 e divisa in due parti, come tutto prenda senso e si completi solo adesso. L’eroina epica Elsa cammina a fianco dell’eroina fiabesca Anna, che priva di poteri magici si ritrova a dover affrontare situazioni più grandi di lei, con l’unico enorme potere di cui è provvista: l’amore. Kristoff è contagiato dalla sua incrollabile forza, tenacia e fede. Fiducia che tutto andrà bene, che ci sarà un lieto fine, che l’importante è, appunto, avere l’amore delle persone a cui tieni. È un ottimismo inarrestabile, in forte contrasto con l’irrequietezza di Elsa, che finisce però laddove raggiunge sé stessa. L’autunno non cambia i protagonisti, che ritroviamo già più maturi rispetto al primo film; più che altro li svela, portandoli alla piena realizzazione di sé, ed esattamente dove devono essere. È anche una ricchezza per gli occhi, questo film. I suoi colori dominanti (rosso, marrone, viola e blu) uniti alla perfezione tecnica che accompagna ogni scena, riescono a far immergere totalmente lo spettatore in ciò che si sta guardando.        
Ora però, concedetemi di proseguire con qualche piccola annotazione rivolta solo a chi ha visto il film.


SPOILER!
Vogliamo negare che la trovata migliore siano i quattro spiriti tenuti insieme da una ritrovata Elsa, quinta essenza di un ordine cosmico? Quel fiocco di neve cristallizzato, potente spirito che imposta una bilancia di natura tra Acqua, Terra, Fuoco e Aria, che non permette a uno di loro di prevaricare sugli altri, fermando la lotta tra di essi scatenata dalla paura della dominazione insensata e spaventosa dell’uomo, irrispettoso della sua casa e con obiettivi di dominio. Sarebbe bello poter spiegare anche la realtà in questo modo, avere due sorelle destinate a regnare pacificamente una sugli esseri umani e l’altra sulla natura, in un equilibrio perfetto. 

Forse i miti mostrati nel film hanno qualcosa di reale, come il Nokk, lo spirito d’Acqua con le sembianze equine che si rifà al leggendario Bäckahästen del folclore scandinavo – e che costituisce una delle scene più belle del film. O lo spirito del Fuoco, Bruni, una salamandra a cui fin dall’antichità si attribuiva la capacità di far vivere le fiamme. O lo spirito dell’Aria ripreso dalla mitologia greca, Zefiro. O la tribù dei Giganti, simbolo della Terra. Tutti loro si rivoltano in gesti che ricordano, ancora una volta, il modo in cui la terra si sta ribellando all’uomo: uragani, incendi, terremoti, maremoti. Per questo il messaggio è forse uno dei più importanti mai lanciati da casa Disney, che ha unito mito, fiabe e realtà per aprire gli occhi. 

E siamo sinceri: ciò che succede a Olaf quando Elsa si “spegne”, è ciò che succede a ogni cosa se ne butti via il cuore. Non c’è esistenza che continui a esistere senza quel fiocco di neve, senza quella scintilla vitale impregnato di magia che fa girare il mondo. Ed è l’amore, ancora una volta, ad essere la chiave di tutto: quello dei genitori che ha protetto Anna ed Elsa, quello per la natura, quello per la propria famiglia. Viva Elsa e la sua essenza ritrovata che tiene in equilibrio il mondo, e viva Re Kristoff e Regina Anna che hanno il giusto cuore per governare. Tutto, sempre, nella pace e nell’armonia.




4 commenti

  1. Molto bella la simbologia della sorella che governa gli umani e dell'altra sorella che governa la natura.
    La Disney non sbaglia un colpo.
    Piacerà ai piccoli (soprattutto alle bambine), ma anche noi adulti, come sempre, ci troveremo spunti di riflessione.
    Certo è che questo Frozen 2 mi sembra di capire ha anche qualche tinta dark :D.
    Ps non vedo il voto o sono distratto :D?

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    1. Ha una tinta un po' dark, è vero! E una delle forze della Disney è che - anche incosciamente - riesce a insegnare bei valori ai bambini, per questo da grandi li cogliamo subito. Quando andrai a vederlo, facci sapere la tua :D

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  2. Lo devo ancora vedere, ma lo farò. Il primo mi era piaciuto proprio tanto.

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    1. Anche a me! Sono sicura che ti piacerà anche il secondo:)

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