Un'icona della Pallavolo femminile, una "regista" per eccellenza sia per i club che per la Nazionale Italiana, una persona squisita, gentile e divertente... Le acchiappaVIP portano con orgoglio sul Blog la regina del volley, Maurizia Cacciatori.
LE ACCHIAPPAVIP... maurizia cacciatori
Ciao Maurizia, in quanto ex pallavolista, per me è un onore ospitarti sul salotto del gatto libraio... ancora sogno i tuoi fantastici primi tempi e le tese a banda...
Partiamo quindi subito da una domanda di routine, come e quando è nato in te l'amore per la pallavolo.
Partiamo quindi subito da una domanda di routine, come e quando è nato in te l'amore per la pallavolo.
L'amore per il volley nasce da piccina, la mia mamma mi aveva iscritto a corsi di nuoto e ginnastica artistica. Mi piacevano, ma sentivo il bisogno di praticare uno sport di squadra, più di condivisione. E poi amavo tanto la palla! Passavo molto tempo a palleggiare, e un giorno mi hanno vista sulla spiaggia di Marina di Carrara (io sono toscana); mi hanno chiesto "vuoi venire al corso di pallavolo?", e ovviamente mi sono fatta subito iscrivere dalla mia mamma. Ho iniziato così ad allenarmi, ma soprattutto a capire quanto bello fosse condividere con le mie compagne le partite, le trasferte, gli allenamenti... un amore, quindi, nato dalla quarta elementare e mai finito.
Come tutti gli sport agonistici, per raggiungere degli obiettivi oltre al duro lavoro dietro ci sono anche tanti sacrifici... hai qualche rimpianto? Io ad esempio le gite scolastiche ahaha
Per quanto riguarda i rimpianti nessuno, fortunatamente. Sono una persona che non ha rimpianti in quanto credo che le nostre scelte siano davvero frutto delle nostre decisioni, e che per questo debbano avere la loro valenza e il loro valore.
Ho sicuramente bruciato velocemente le tappe della mia adolescenza perché sono diventata grande subito. A 16 anni ho iniziato a giocare a Perugia in seria A, lontana da casa, dalla mia città. Questa esperienza mi ha costretta a screscere, a diventare donna e in fretta.
Le gite in prima e seconda media non c'erano già più! Le cene con le amiche erano rarissime, il cinema qualche volta... insomma, spazio totale alla pallavolo.
Non era però un sacrificio, perché quello che mi piaceva di più era stare in palestra. Ero molto brava anche a scuola, pensavo di diventare un'insegnante. Mi piacevano molto le lingue, oggi ne parlo tre: da sempre ho desiderato imparare lingue differenti dall’italiano, e avere l’opportunità di comunicare in modi diversi. Ho avuto anche la fortuna, giocando con tante atlete straniere, di migliorare il mio inglese, il francese e lo spagnolo. Quindi nessun rimpianto; anzi, tutto quello che ho fatto l’ho sempre affrontato con grande leggerezza ed entusiasmo.
Ho sicuramente bruciato velocemente le tappe della mia adolescenza perché sono diventata grande subito. A 16 anni ho iniziato a giocare a Perugia in seria A, lontana da casa, dalla mia città. Questa esperienza mi ha costretta a screscere, a diventare donna e in fretta.
Le gite in prima e seconda media non c'erano già più! Le cene con le amiche erano rarissime, il cinema qualche volta... insomma, spazio totale alla pallavolo.
Non era però un sacrificio, perché quello che mi piaceva di più era stare in palestra. Ero molto brava anche a scuola, pensavo di diventare un'insegnante. Mi piacevano molto le lingue, oggi ne parlo tre: da sempre ho desiderato imparare lingue differenti dall’italiano, e avere l’opportunità di comunicare in modi diversi. Ho avuto anche la fortuna, giocando con tante atlete straniere, di migliorare il mio inglese, il francese e lo spagnolo. Quindi nessun rimpianto; anzi, tutto quello che ho fatto l’ho sempre affrontato con grande leggerezza ed entusiasmo.
Quant'è cambiato la pallavolo rispetto a quando la giocavi tu? Pensi che sia più facile ora farsi valere in questo sport?
La pallavolo di oggi è cambiata molto, sia dal punto di vista estetico che vede palazzetti più colorati e scenografici pronti ad ospitare uno "show", che per quanto riguarda il regolamento. Sono state infatti introdotte tante varianti ma sono cambiate anche le ragazze che, in alcuni casi, grazie al Club d'Italia, iniziano a lavorare duramente e molto seriamente, soprattutto dal punto di vista fisico, cosa che invece noi a mio avviso, non dico che si tralasciasse, però insomma, forse ci si lavorava un pochino meno. Le ragazze quindi oggi sono più forti fisicamente, c'è più attenzione al dettaglio, all'alimentazione, al concetto di preparazione alla gara perchè spesso e volentieri c'è uno staff di psicologici o di persone che curano le atlete.
Quanto conta il gruppo nella Pallavolo? Si può vincere secondo te senza essere amiche? Ti è mai capitato?
Il gruppo nella pallavolo è fondamentale, nel senso che la concezione di collaborazione e quello che si dice "Team Spirit", lo spirito di squadra, è alla base di tutto. Non posso impossessarmi della palla per tutto il tempo, la devo necessariamente passare, altrimenti arriva l'arbitro e fischia. Nasce fin da piccoli il concetto che non sei solo sul campo: devi passare la palla al tuo compagno. Tra l'altro questo è un concetto che ti porti dietro un po' tutta la vita. Oggi mi rendo conto di essere una donna di squadra: sono una mamma e quindi con le mamme dei miei figli faccio squadra a scuola, così come con tutte le persone con le quali mi trovo, e che non sono pallavolisti. Non puoi giocare a pallavolo e pensare di vincere una partita da sola. Questo non te lo insegnano, ma lo capisci velocemente.Non è detto che una squadra debba essere una famiglia dove tutti si vogliono bene. Anzi, spesso ci sono degli scontri, dei disagi, dei momenti non semplici, specialmente per chi come me ha giocato in Nazionale: mesi e mesi di ritiro, sempre e solo noi. Sapevo perfettamente cosa ognuna delle mie compagne avrebbe mangiato a colazione, cosa non avrebbero mangiato a pranzo, perché dormivano in un determinato modo; insomma, una conoscenza davvero stretta e "intima", perché condividi tantissimo.
Però è pur vero che io sono una persona molto collaborativa, e anche i difetti delle mie compagne li facevo miei a volte. Non sono mai stata una persona di grandi scontri, ma sono umana e anche a me può dar fastidio qualcosa ogni tanto!
Quali sono le qualità più importanti per diventare una grande giocatrice?
A questa domanda posso solo rispondere la testa. Si deve essere tenaci, coraggiosi, ma possedere anche resilienza, che ti è necessaria nei tanti momenti di difficoltà. Momenti in cui avrei tolto le ginocchiere per lasciarle lì; però poi ti fermi, per quel senso di appartenenza. Spesso parlo in delle convention a proposito di questo, e dico sempre quanto è importante sentirsi parte di un progetto, di un gruppo; perché anche quando non ce la fai più, rimani lì non solo per te, ma anche per chi è al tuo fianco. Dunque, al di là delle qualità tecniche o fisiche, è il carattere, la forza mentale, la costanza, il non tirarsi indietro che conta.
Hai scritto un libro “Senza Rete” che ora andrò subito a leggere e recensire... l'idea come è nata?
Quando giocavo spesso mi è stato chiesto di scrivere un libro. Non l’ho mai fatti, ho sempre pensato “cosa dovrei scrivere?”, avrei parlato solo ed esclusivamente di pallavolo, nonostante io sia una persona molto curiosa, buffa, ironica. Senza rete invece nasce un pomeriggio, mentre stavo facendo i compiti di matematica con mio figlio Carlos. Non riusciva a fare le sottrazioni, nonostante sia bravo a scuola, e mi ha detto: "Mamma, le addizioni riesco a farle, ma le sottrazioni non mi vengono, non ce la farò mai...". In quel momento ho pensato che gli avrei dovuto raccontare tutto quello che avevo fatto e tutte le volte che avevo pensato di non farcela. Questo libro quindi nasce esclusivamente per Carlos e Ines, perché voglio che sappiano che la loro mamma non si è mai tirata indietro. Poi magari non lo leggeranno mai, lo butteranno nel camino o lo lanceranno dalla finestra... Ma è nato proprio dalla volontà di raccontare una parte della mia vita. Non troverete solo la pallavolo, ma soprattutto un concetto di esserci, con coraggio e a testa alta. Ed è questo che vorrei i miei figli avessero nel DNA.
Noi blogger amiamo molto fare questo giochino...dimmi cinque motivi per cui il tuo libro andrebbe letto.
Tre motivi per leggere il libro:
1) E' un libro buffo che fa sorridere...
2) Tutti si aspettano il libro della campionessa e anche se c'è tanto di pallavolo, è un libro che ogni donna ci si può rispecchiare, E' un libro per sportivi e non.
3) Io dico sempre che è anche un po' thriller perchè c'è una parte della mia vita sentimentale pazzesca... non voglio spoilerare ma vi basti sapere che a dieci giorni dal matrimonio, ho buttato tutto all'aria.
E' un libro in cui ci sono anche dei momenti tosti, drammatici, come quando sono stata fatta fuori dalla Nazionale. Insomma racconto il mio mondo, racconto tanto di quello che sono oggi. E' un libro per tutte le donne che ogni giorno si alzano e a testa alta affrontano le loro realtà
2) Tutti si aspettano il libro della campionessa e anche se c'è tanto di pallavolo, è un libro che ogni donna ci si può rispecchiare, E' un libro per sportivi e non.
3) Io dico sempre che è anche un po' thriller perchè c'è una parte della mia vita sentimentale pazzesca... non voglio spoilerare ma vi basti sapere che a dieci giorni dal matrimonio, ho buttato tutto all'aria.
E' un libro in cui ci sono anche dei momenti tosti, drammatici, come quando sono stata fatta fuori dalla Nazionale. Insomma racconto il mio mondo, racconto tanto di quello che sono oggi. E' un libro per tutte le donne che ogni giorno si alzano e a testa alta affrontano le loro realtà
"Ho sempre pensato che la vita sia una miscela tra episodi che accadono e decisioni che con coraggio decidi di affrontare." E Maurizia Cacciatori la sua vita l'ha sempre affrontata spinta da un forte desiderio di libertà e da una forza incrollabile. Uscita di casa a sedici anni per inseguire la passione della pallavolo e liberarsi da regole troppo strette, ha collezionato titoli nazionali e internazionali, fino alla nomina come migliore palleggiatrice al mondo, una serie di avventure con le compagne di squadra e ben ventidue traslochi in giro per il mondo. Con lo stesso spirito ha affrontato i momenti meno felici come l'esclusione dalla Nazionale o una fuga dall'altare a una settimana dal matrimonio. Oggi Maurizia è madre di due bambini che hanno i suoi stessi occhi e si è costruita una carriera completamente nuova. "Senza rete" è il racconto di una donna che ha imparato l'arte più difficile: quella di reinventarsi per ricominciare.
Non hai mai pensato di fare l'allenatrice?
No, non vorrei fare l'allenatrice. Ho dato talmente tanto nella pallavolo
che non ritornerei in palestra. Ho smesso presto a 33 anni proprio
perchè volevo una famiglia tutta mia, sono diventata mamma di Carlos e
Imes, ho la mia famiglia e lavoro tanto, sono sempre in giro per
l'Italia perchè faccio un sacco di convention o eventi per aziende,
lavoro anche per DAZN quindi fare anche l'allenatrice sarebbe stato
davvero troppo e poi voglio dedicarmi a mio marito ai miei figli quindi
allenatrice no.
Avrei voluto chiederti altre mille cose ma purtroppo siamo arrivati
alla conclusione di questa intervista... Cosa riserva il futuro per
Maurizia Cacciatori?
Il mio futuro sono i miei figli, avere sempre questa energia e questa
forza di seguirli, essere sempre vicino a loro che non significa, essere
attacca o appiccicata a loro però di sapere che quando ne hanno
bisogno, la loro mamma è sempre presente.
MAURIZIA CACCIATORI
Figlia del calciatore Franco, nel 2004 dopo un lungo fidanzamento, saltano le nozze con l'ex cestista italiano Gianmarco Pozzecco. Nel 2011 è diventata mamma di Carlos Maria, avuto dal compagno Francesco Orsini; il 31 marzo 2012 nasce Ines.
Nel 2006 partecipa come concorrente alla quarta edizione del reality show L'isola dei famosi, condotta da Simona Ventura, su Rai 2, venendo eliminata nel corso della quinta puntata con il 73% dei voti. Nel 2007 approda a Sky Sport per il commento tecnico degli incontri di A1 femminile. Nel 2010 appare nel film Maschi contro femmine.
Nel 2006 partecipa come concorrente alla quarta edizione del reality show L'isola dei famosi, condotta da Simona Ventura, su Rai 2, venendo eliminata nel corso della quinta puntata con il 73% dei voti. Nel 2007 approda a Sky Sport per il commento tecnico degli incontri di A1 femminile. Nel 2010 appare nel film Maschi contro femmine.
Inizia in giovane età nella Pallavolo Carrarese, squadra della sua città natale, con cui ottiene la storica promozione in Serie A2, per poi esordire in serie A1 a 16 anni, nella stagione 1989-90 con la Pallavolo Sirio Perugia, formazione con cui militerà fino al 1993 conquistando la Coppa Italia 1991-92.
Maurizia Cacciatori alla Sirio Perugia nel 1992
Dopo un biennio con la maglia della Polisportiva Amazzoni Agrigento, nel campionato 1995-96 viene ingaggiata dal Volley Bergamo, con cui in tre stagioni conquista altrettante accoppiate scudetto-Coppa Italia (1995-96, 1996-97 e 1997-98), due Supercoppe Italiane (1996 e 1997) e una Coppa dei Campioni.
Nella stagione 1998-99 si trasferisce al Centro Ester Pallavolo; con la formazione napoletana si aggiudica la Coppa CEV, quindi fa ritorno al Volley Bergamo dove, dal 1999 al 2003, conquista una Supercoppa italiana, una Coppa dei Campioni ed uno scudetto; Nel campionato 2003-04 si trasferisce alla squadra spagnola del Club Voleibol Tenerife, con cui vince il campionato, la Coppa della Regina e l'European Champions League; accetta quindi la proposta del Volleyball Club Lodi per la Serie A2 2004-05, ma l'annata si conclude anzitempo a causa dell'esclusione della formazione lodigiana dal campionato.
L'anno successivo torna nel massimo campionato italiano giocando per il neopromosso Arzano Volley, ma la stagione termina con la retrocessione; Maurizia si trasferisce nuovamente in Spagna dove nella stagione 2006-07 guida il Club 15-15 alla promozione in Superliga, abbandonando a fine campionato l'attività agonistica. Sempre in seno alla società spagnola, l'anno successivo ricopre il ruolo di Direttore Sportivo, con la formazione delle isole Baleari che raggiunge la finale scudetto.
Vanta 228 presenze nella Nazionale italiana di pallavolo femminile, in cui fa il suo esordio il 27 novembre 1991 ad Apeldoorn (Paesi Bassi) nella partita contro la Russia.
Con le azzurre vince un oro ai Giochi del Mediterraneo (2001), un bronzo agli Europei del 1999 in Italia e un argento a quelli del 2001 in Bulgaria. Nel curriculum della carrarese c'è anche la partecipazione alle Olimpiadi di Sydney 2000, prima qualificazione in assoluto per la nazionale femminile di pallavolo.Al Campionato mondiale di pallavolo femminile 1998 in Giappone, dove l'Italia raggiunge il quinto posto, viene eletta miglior palleggiatrice della manifestazione.
Con le azzurre vince un oro ai Giochi del Mediterraneo (2001), un bronzo agli Europei del 1999 in Italia e un argento a quelli del 2001 in Bulgaria. Nel curriculum della carrarese c'è anche la partecipazione alle Olimpiadi di Sydney 2000, prima qualificazione in assoluto per la nazionale femminile di pallavolo.Al Campionato mondiale di pallavolo femminile 1998 in Giappone, dove l'Italia raggiunge il quinto posto, viene eletta miglior palleggiatrice della manifestazione.
Ovviamebte io l'ho letto appena uscito!! Da pallavolista e palleggiatrice ho trovato tantissimi spunti. Ma soprattutto come persona! La bellezza di essere altro fuori dal rettangolo di gioco. Grazie al salotto del gatto libraio per averla ospitata!!
RispondiEliminaGrazie a te per essere passata :-) E' vero che ho avuto il piacere di giocare con grandi palleggiatori però lo sai che sogno un'alzata della Cacciatori? Eheeheh
EliminaTop Player... il salotto si è superato questa volta tra le migliori giocatrici di pallavolo ... complimenti e grazie a te ho scoperto che ha scritto un libro che andrò a comprare subito grandeeee
RispondiEliminaGrazie mille :-)
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