Hola Gattolettori,
dopo il mese di ferie, ritornano sul blog anche le recensioni della nostra Simon che oggi ci presenta un libro veramente intrigante e sorprendente.
Genere: Narrativa
Editore: Marsilio
Pubblicazione: Febbraio 2019
dopo il mese di ferie, ritornano sul blog anche le recensioni della nostra Simon che oggi ci presenta un libro veramente intrigante e sorprendente.
Non sono stato io
di Daniele Derossi
di Daniele Derossi
Editore: Marsilio
Pubblicazione: Febbraio 2019
Ada, dopo la separazione dallo scienziato pachistano Bashir, lascia Londra e torna con Giacomo, suo figlio, a Serana, il paese dell'Alta Val di Susa in cui è nata. Giacomo ha otto anni, sa molte cose sugli animali e sul mondo, ma nella nuova scuola non ha amici. Tranne uno, Robi, un misterioso bambino - come pure se ne trovano in provincia - dai capelli rossi e dai giochi micidiali. Ada cerca di rifarsi una vita, ma Serana è un paese piccolo, gli abitanti sono pochi e si conoscono tutti. Così, mentre gli adulti sono impegnati a spettegolare di amanti e politica, Giacomo e il suo amico Robi si addentrano sempre più tra i boschi, fino alle rovine del castello appartenuto a un antico negromante: prima di loro, nessuno aveva mai ritrovato la porta dei sotterranei, dove si cela la minaccia che da secoli tiene sospeso il fiato degli abitanti della valle.
RECENSIONE
"Sei nata in campagna, e sei schizzinosa come una principessa" diceva tuo padre. Aveva ragione, sei una snob, o meglio, sei una donna del futuro: saresti più a tuo agio nei corridoi asettici di una stazione orbitale che fra le spighe di un campo di grano. La natura ti disorienta, troppa vita, troppa sofferenza.
Si dice che sia un luogo fatto di misteri, sparizioni, antichi negromanti-killer, ed è qui che Ada cerca di rimpossessarsi della sua vita, assieme al figlio Giacomo, un bambino perso e in difficoltà, con la scuola, i compagni, le maestre, proprio come lei è in difficoltà con la sua vita, in cui c'è un vuoto incolmabile e di cui tenta, faticosamente, di riprendere il controllo.
Ada prova ad alzarsi, vestirsi, uscire, a volte, poche, ci riesce, spesso, no. È in questo meccanismo di lenta e faticosa ripresa, che Ada commette dei passi falsi, con suo figlio, con lei stessa, la mente sempre presente al suo passato.
Laura in ospedale, Laura in passeggino, tu che allatti Laura, Laura che fa il bagnetto. La senti ancora...
In questa fragilità, in questa smarrimento, persa nei suoi tormenti e nei ricordi del passato, Ada è come sull'orlo di un precipizio, sempre, o quasi. Quasi, perchè poi, ci sono dei momenti in cui Ada sfodera, sorprendentemente, un pungente senso dell'ironia, uno spirito acuto e leggero che la rende stranamente divertente.
Simultaneamente Giacomo incontra segretamente un suo amico. Ma che male c'è, se due amichetti giocano, parlano, si confrontano? Due amichetti che come tutti i bambini hanno una incosapevole e ingenua cattiveria? Uno la tentazione dell'altro, una sorta di lucignolo che provoca e tenta in ogni modo Giacomo. Chi è Roby dai capelli rossi? Chi è questo bambino che nessuno conosce, l'amico misterioso di Giacomo, che lo incalza, lo terrorizza, lo eccita... chi è?
R: Possiamo invocare uno spirito.A volte la montagna può essere diabolica.
G: O costruire un missile nucleare...
R: E se invece ti taglio la testa e ci giochiamo a bowling?
G: Smettila!
R: Guarda che dico sul serio: evochiamo uno spirito.
La luce va via presto...
Il freddo arriva prima...
Il buio è in agguato...
Il sole si nasconde...
Ho ammirato il ritmo di questa storia, serrato, sempre in movimento, incalzante che non ti lascia respiro. Scrittura rapida come un fiume in piena, ma che si ferma appena un attimo a riposare nelle anse.
Tutto al presente, estremamente diretto, è lei che parla, che si parla, lei che pensa, che si pensa.
Implacabile, tagliente, ironico. Bellissimi i dialoghi tra i due bambini, concisi, veloci, stretti, quasi telegrafici, senza filtri ne barriere, crudi.
Tutto succede velocemente, non dà tregua, non finiresti mai di leggere, tutto di un fiato, accompagnati per mano dalla scrittura!
Che dire? Davvero una bella lettura.
Finale a parte, troppo derivativo, un signor horror. :)
RispondiElimina