. IL TRONO DI PELLICOLE: L'ESTATE NEI TUOI OCCHI: UN RACCONTO DELICATO CHE CI RIPORTA INDIETRO NEL TEMPO - Il Salotto del Gatto Libraio IL TRONO DI PELLICOLE: L'ESTATE NEI TUOI OCCHI: UN RACCONTO DELICATO CHE CI RIPORTA INDIETRO NEL TEMPO - Il Salotto del Gatto Libraio

Fumettilandia

Cinegatto

LeacchiappaVip

IL TRONO DI PELLICOLE: L'ESTATE NEI TUOI OCCHI: UN RACCONTO DELICATO CHE CI RIPORTA INDIETRO NEL TEMPO

 Dopo il successo delle tre stagioni, L'estate nei tuoi occhi diventa un film.



L'ESTATE NEI TUOI OCCHI: UN RACCONTO DELICATO CHE CI RIPORTA INDIETRO NEL TEMPO

L'Estate nei tuoi occhi è tratta dal libro di Jenny Han, che è anche la creatrice e la produttrice esecutiva della serie in streaming su Prime Video. E proprio questo è il punto di forza, ovvero un'impostazione tipicamente letteraria che non è mai stata abbandonata, anzi, che è migliorata sempre più con il passare delle stagioni. Non solo il libro dietro la serie è praticamente sempre una garanzia della buona riuscita della sceneggiatura, ma l'aver inglobato l'autrice nella sua produzione è ciò che rende vincente questo cocktail di vita, amore e amicizia quale L'estate nei tuoi occhi.




Altro motivo vincente è da riscontrarsi nel cast: Lola Tung (Belly), Christopher Briney (Conrad), Gavin Casalegno (Jeremiah), Sean Kaufman (Steven), Rain Spencer (Taylor), Rachel Blanchard (Susannah) e Jackie Chung). In particolare i tre protagonisti ricordano i belli dei telefilm anni '90/2000, come The O.C., Dawson's Creek ecc.; e non sono cambiate neanche le sfumature con cui vengono raccontati i turbamenti emotivi adolescenziali, sempre alle prese con cambiamenti e amori difficili ma importanti, così come vuole essere spesso la realtà di quell'età. Un racconto molto pulito per tre ragazzi che sono lontani dalle zuffe di The O.C., ma vicini ai discorsi complicati di Dawson's Creek. Questa volta, però, abbiamo la voce fuori campo a chiarire un po' le cose. 




Tre stagioni rispettivamente di 7, 8 e 11 episodi per raccontare l'amore di tre adolescenti cresciuti insieme nella casa al mare "di famiglia". Perché di una grande famiglia si tratta: quella della proprietaria di casa Susannah coi suoi due figli Conrad e Jeremiah, e l'amica Laurel coi figli Belly e Steven. E qui si schiude uno dei sotto-temi affrontati: l'amicizia tra persone cresciute insieme, che si parli di Laurel e Susannah o dei tre protagonisti, o anche di Belly e Taylor. Non solo l'amore, infatti, ma l'amicizia che cresce con te, quella che non può separare nemmeno la peggiore delle bufere, che affronta il dolore della perdita, di una malattia, della delusione. Si cresce insieme e si affronta insieme la vita, ovunque essa ci porti, e questo è il privilegio più grande delle amicizie. 
Il tema della crescita porta con sé uno strascico di responsabilità, disillusione, dolore non indifferente. Il bozzolo in cui si sono sempre riparati i tre ragazzi viene schiuso in modo anche abbastanza brusco ma, ancora una volta, questa è la vita. 
Lo scorrere lento della narrazione quasi ci fa dimenticare quanto in fretta siamo passati dal vedere tre ragazzini intenti a trascorrere l'estate divertendosi, pensando fosse una delle tante estati in cui si sta insieme, in cui si è fortunati ad avere tutto ciò che si ha, a tre persone in transizione verso l'età adulta in cui tutto il loro mondo si trasforma. Una lentezza non reale, perché tra la prima e la terza stagione siamo davanti a personaggi totalmente cambiati, che hanno perso la loro spensieratezza, e non solo. 
Poi ci sono le mille citazioni al cinema, a scene cult e a riferimenti per chi ama il grande schermo che rendono, a loro volta, cult la serie. 




A cosa è dovuto il successo della serie? Credo alla sua semplicità, al raccontare con pacatezza dei sentimenti reali e forti, ma allo stesso tempo confusi; alle musiche, perché la serie ne è costellata e si accomoda piacevolmente in melodie calme, nostalgiche, a volte vintage; ai belli che conquistano il cuore delle ragazze, dal "nuovo Leonardo Di Caprio" al Casalegno con gli occhioni azzurri alla principessa Lola; ai colori, che spaziano da un blu del mare, al rosso del tramonto, al neutro che si riscontra in ogni scena e che rende riposante la visione; alla capacità di riportarci indietro alle prime cotte, in cui felicità e paura si bilanciavano, in cui arrossivamo non riuscendo a sostenere lo sguardo di quella persona, o a quando un'amicizia si rivelava avere un sentimento più profondo. Tutto questo, riassumibile nel titolo originale: The summer I turned pretty, che descrive come lui si sia accorto di lei, non più una ragazzina ma una donna. Ma, più specificatamente, l'estate in cui lei si è resa conto di essere bella, di aver sognato da sempre qualcuno che già la ricambiava, senza che lei lo sapesse. L'estate in cui ognuno è tornato in quella casa di sempre con qualcosa di diverso, un sentimento da mostrare o da nascondere, una capacità di farsi vedere che prima non sembrava possibile, un coraggio nel dire la verità che la timidezza ha sempre impedito. E quel "ti preferivo con gli occhiali" che svela ogni cosa.

Insomma, la serie ha avuto un successo forse inaspettato, tanto da approdare al cinema. Però, questo successo non è fastidioso perché, per una volta, non regna il caos sui social, né spezzoni di scene forti o pesanti, né commenti agghiaccianti legati a tipologie diverse di scelte in streaming. Per una volta, sono felice di tuffarmi nell'unico problema che questa serie scatena: team Conrad o team Jeremiah? Un po' di leggerezza, che non guasta mai, è stata finalmente ritrovata.


                                            

Nessun commento

Powered by Blogger.