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IL GATTOROCK: CHITARRA ELETTRICA

Buongiorno care lettrici e cari lettori, eccoci al nostro quarto appuntamento di approfondimento musicale; dopo aver trattato il bellissimo lavoro di Vinicio Capossela, torniamo nel meraviglioso campo degli strumenti musicali, facendo un piccolo tuffo nel mondo di uno tra quelli indubbiamente più amati di sempre e effettivamente - a ragione! - infinitamente affascinante… cioè la chitarra elettrica!

 

                     
VINICIO CAPOSELLA. LA CROCIATA DEI BAMBINI
 

Già, per le sue forme sinuose e il suo appeal unico, per il suo carattere talvolta estremamente trasgressivo, per essere stata un tuttuno con icone e leggende della storia della musica e per la sua grande versatilità, la chitarra elettrica è davvero una vera e propria star della musica ma anche dell’immaginario collettivo tanto da arrivare ad essere elemento di arredo e abbellimento di spazi ed ambienti personali, commerciali e cinematografici. 

E questo essere amata in modo così trasversale ed universale ha chiaramente la sua forte ragion d’essere! 

Si, perché prima di tutto la chitarra è uno strumento di assoluta e si potrebbe osare dire infinita versatilità!!! Il suo essere strumento elettrico e quindi elettrificato le concede di produrre una gamma di suoni letteralmente sconfinata; il sussistere di un segnale elettrico permette di poter intervenire su di esso nei modi più disparati e fantasiosi processando il suono con quelli che vengono chiamati “effetti”, i pedali che vediamo ai piedi di quasi ogni suonatore di questo strumento, che appunto colorano il suono in combinazioni potenzialmente sterminate, restituendo praticamente mille strumenti raccolti in uno soltanto!!!
 
Flanger, chorus, octaver, overdrive, wah, distorsore sono solo i più famosi e diffusi tra tali effetti che possono modificare il suono “clean” della nostra chitarra e darne davvero infinite combinazioni.
Per motivi di spazio non è possibile addentrarci nel loro merito, ma possiamo spendere qualche riga sulla saturazione, uno dei processamenti più conosciuti e diffusi, quello per intenderci che sentite nella musica rock di ogni genere ed epoca. 

Senza entrare nel tecnico, il suono saturato il raggiungimento è appunto di una saturazione dei circuiti elettronici che fanno si che il suono inizi di conseguenza abbia una distorsione, quel suono meraviglioso della chitarra elettrica “distorta” di rock, metal, punk eccetera che appunto tutti conosciamo.  E dal suono di chitarra pulito, cioè come uscirebbe senza modifiche, a questo… beh come si può immaginare c’è – e c’è stato… - un mondo!!!; overdrive, skreamer, fuzz, distorsore sono tutti effetti di chitarra per saturare il suono appunto e renderlo tale! Immaginate la gamma di sfumature a disposizione che si possono avere!!!
Rimaniamo nel campo della fantastica versatilità di questo strumento. 

La chitarra è strumento sia solista che ritmico. Con le sue 6 corde – ne esistono anche modelli con 7, 8, 12  ma a il modello originale è a 6 – permette di creare armonie, cioè combinazioni di note, quelli che chiamiamo accordi, ponendosi nel panorama musicale come strumento appunto capace di “accompagnare”, di dare supporto ai brani e al resto degli strumenti e alla voce del cantante, tanto in modo sincrono o nel mondo arpeggiato. 

La gamma a disposizione di note inoltre è davvero notevole; si parte dal Mi, la nota più bassa, e possiamo passare al Mi superiore – ovviamente con tutte le note intermedie FA, SOL, LA, eccetera - e poi passare al MI più alto, poi al MI ancora più alto, e in molti modelli a quello ancora più in alto!!!
Si capisce facilmente che la potenzialità creativa di questo strumento è qualcosa di davvero notevole, per questa sua estensione e appunto per la possibilità di suonare note singolarmente e quindi la possibilità di creare assoli, melodie, riff su un range così ampio, e il fatto come detto di poter creare arpeggi ed accordi! 

Processamento e gamma di effetti e suoni e la potenzialità creativa/esecutiva data dalla conformazione dello strumento rendono quindi la chitarra elettrica lo strumento esistente più versatile, accompagnate dal mondo dei sintetizzatori/tastiere anch’essi portatori della stessa capacità, effettistica per le modulazioni potenzialmente ed effettivamente infinite, e di esecuzione per la presenza di larghe estensioni ed esecuzioni anche qui sia monofoniche che polifoniche.

Non è quindi un caso che ogni band insieme a basso e batteria abbia la sua chitarra, elettrica ma anche ovviamente acustica e classica, che si tratti di genere funk, reggae, rock, metal, soul, rhythm & blues, country, folk, jazz, blues, punk, pop, fino al flamenco e alla musica latina e musica dance più strettamente elettronica e di sonorità sintetiche come house e techno o nell’hip hop dove se ne usano campioni o registrazioni apposite. 

Insomma quello della chitarra elettrica è davvero un mondo di sonorità infinite in cui il chitarrista spazia e ha spaziato nei modi più creativi, dal tocco delicato e caldo del jazz a quello graffiato e hard del heavy metal, passando per le chitarre dolci del country agli asciutti groove di funk e discomusic.
Bene, vediamo adesso “quando” la nostra chitarra ha fatto capolino nella linea della storia degli strumenti musicali. 

La sua “invenzione” così come abbiamo visto per il basso elettrico trattato in passato, avvenne come per gran parte degli strumenti elettrici per “esigenze di volume” per evitare che il suo suono, vista la cassa di risonanza ridotta rispetto agli altri strumenti e per le caratteristiche del legno meno risuonante e della produzione del suono tramite pizzicata più debole, venisse sovrastato da tutti gli altri strumenti acustici presenti in quel dato ensemble come ottoni, percussioni e altri strumenti con capacità di “loudness” più elevata come xilofoni o pianoforti.  

Così nel 1931 si ebbe la prima intuizione ad opera di Adolph Rickenbacker (uno dei marchi di bassi e chitarre ancora oggi più prestigiosi) che sviluppò e creò il famoso “pick-up”, un elemento in grado di “catturare” le vibrazioni delle corde della chitarra e trasformarle in un segnale elettrico, dando così vita al primo strumento a corde di tipo elettrico, una chitarra lap steel per l’esattezza – chiamata così perché appunto più piatta delle precedenti (lap - padella), parallelamente al lavoro di Paul Tutmarc visto rispetto alla nascita del basso elettrico, combinando ancora la cassa di risonanza acustica con tale nuova modalità di cattura e amplificazione del suono elettrica.

Da lì iniziarono sperimentazioni in questo senso vista la grandissima potenzialità della novità introdotta dall’inventore e liutaio svizzero, fino a quando vide la luce ad opera della Gibson la prima chitarra spagnola , semi-acustica amplificata - il modello ES-150 - di tipo appunto acustico-elettrico, entrata gradualmente in quegli anni nel mondo del jazz per questa sua innovativa e maggiore capacità di essere sentita nelle esecuzioni ma mantenendo comunque il suono caldo e morbido del legno proprio della chitarra di origine. 

Ma per la vera e propria chitarra elettrica “solid-body” che conosciamo ci vollero ancora diversi anni: è negli anni 40 infatti che il chitarrista Les Paul (chi ama le chitarre avrà sicuramente sentito questo nome, che diventò poi anche quello di uno dei modelli più famosi di chitarre elettriche) creò il suo proprio “disegno” di chitarra elettrica, chiamata “The Log”, più schiacciata e con cassa di risonanza ancora ridotta, potremmo dire un vero e proprio prototipo del modello finale, ma ancora non definitivo, tanto che fu Leo Fender - altra casa storica di chitarre, bassi e amplificatori), effettivamente nel 1948 prima e nel ’49 poi a creare la prima e vera chitarra elettrica solid-body prima col modello Broadcaster e poi con la Fender Esquire e che diede vita quindi alla classica configurazione a due pick-up e corpo completamente in legno massiccio destinata a diventare il mito che tutti conosciamo.
Bene, avendo parlato di pick-up e solid-body direi proprio di vedere quali sono ora le componenti che danno vita a questo leggendario strumento….

 


Il corpo della chitarra (o body) come abbiamo visto è in legno massiccio – di vario tipo in base alla tipologia di suono e capacità timbrica desiderati e al valore dello strumento – che costituisce appunto la struttura portante della chitarra, il corpo appunto. Su di esso sono installati quelli che abbiamo visto essere i responsabili della cattura e della trasmissione delle vibrazione delle corde cioè i nostri pick-up (o magneti), che si presentano in una configurazione a due o tre in base alle esigenze stilistiche e di genere del musicista.

Abbiam poi i potenziometri, rotelline che permettono di regolare il volume di uscita del segnale e di intervenire sul suo tono ed enfatizzare i suoni più chiari o più bassi a seconda dello stile e del genere e del gusto del chitarrista; il ponte è uno dei due terminali dove sono attaccate le corde e uno dei punti dove è possibile regolarne l’altezza chiamata “action” la quale influenza le capacità sonore dello strumento e le modalità di esecuzione del chitarrista, ad esempio producendo un suono più o meno “lungo” e dolce, o modificando la differenza di pressione necessaria dalle dita del chitarrista per premere le corde sui tasti del manico. 

Quest’ultimo, è invece la componente dove si trovano la tastiera e le effettive note che il nostro chitarrista andrà a premere per emettere le diverse note intende suonare, tecnicamente “tasti”. In modo, come abbiamo visto, singolo o sincrono. 

Il manico poi termina con la paletta, la sezione dove le corde che partono dal ponte vengono fatte terminare e dove vengono accordate, “intonate” attraverso chiavi in metallo che fatte girare permettono di tendere la singola corda andando a trovare l’esatto punto di accordatura.
La leva infine è una componente opzionale più o meno utilizzata a gusto e stile del chitarrista la quale, installata sul ponte, permette di farlo vibrare e letteralmente generare delle “ondulazioni”, piccole vibrazioni e micro alterazioni dell’intonazione delle corde dall’effetto molto particolare utilizzato soprattutto nei generi della famiglia del rock come l’hard rock o il metal solitamente durante soli, riff ma anche con note combinate. 

Bene, spero sia stato interessante sapere anche “come” sia fatta in realtà la chitarra, cosa ne determini il suono e le parti che concorrono a farne questo meraviglioso mix di materiali, tecnica ed elettronica!

Conosciuti gli aspetti tecnici direi di concludere con una parte decisamente più “estetica”….! Una carrellata di alcuni dei modelli di questo strumento dall’appeal davvero incantevole per la gioia dei nostri occhi!!!

Gibson, modello Les Paul
 
Tra i suoi amanti: Slash, Jimmy Page, Billy Gibbons (ZZ top), Neil Young, Zakk Wylde (Pantera), Billie Joel Armstrong (Green Day), Joe Perry (Aerosmith), Brian May
 
 
Gibson, modello SG (detta anche “diavoletto”)


Tra i suoi amanti: Angus Young, Tony Iommi, Frank Zappa, Thom Yorke, Pete Townshend (The Who), Eric Clapton, Robby Krieger (The Doors), Gary Clarke Junior

 
Fender, modello Stratocaster


Tra i suoi amanti: Jeff Beck (Yardbirds), Ritchie Blackmore (Deep Purple), Eric Clapton, David Gilmour, George Harrison, Jimi Hendrix, Buddy Holly, Mark Knopfler, Yngwie Malmsteen, John Frusciante, Brian May

 
Fender, modello Telecaster


Tra i suoi amanti: George Harrison, Keith Richards, Bruce Springsteen, Joe Walsh (The Eagles), Muddy Waters, Jim Root (Slipknot), Jimmy Page, Prince

 
Ibanez, nella foto modello RG


Tra i suoi amanti: Van Halen, Paul Stanley (Kiss), Joe Satriani, John Petrucci (Dream Theater), Marty Friedman (Megadeth), John Frusciante, Dexter Holland (The Offspring), Kirk Hammett (Metallica)

Rickenbacker, nella foto modello 360

 
Tra i suoi amanti: George Harrison, John Lennon, Tom Petty, Peter Buck (REM), Jeff Buckley, John Fogerty (Creedence Clearwater Revival), Noel Gallagher, Per Gessle (Roxette), Brian Jones (Rolling Stones)


Paul Reed Smith (modello custom)

Tra i suoi amanti: Carlos Santana, John Mayer, Dave Navarro (Red Hot Chili Peppers), Alex Lifeson (Rush), Brad Delson (Linkin Park), Howard Leese (Heart)

Che meraviglia per gli occhi, non è vero??!
Ovviamente questi sono solo alcuni dei brand più famosi e delle case costruttrici di chitarre elettriche in generale, alcune sicuramente tra le più iconiche e mitiche per le vere e proprie leggende della musica di tutti i generi insieme ai quali si sono fuse sui mitici palchi di ogni epoca e genere musicale….

Bene, e con questo meraviglioso vedere chiudiamo anche questo nostro appuntamento di approfondimento del mondo degli strumenti, un mondo fatto di corde, legni, metalli, tasti, circuiti, forme e colori e di quell’etereo ed impalpabile che la musica porta nella nostra vita in questa altissima forma di armonia tra le parti!
Un saluto, un grazie e alla prossima!

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