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RECENSIONE: TENERÈ DI DELLA PASSARELLI

Buongiorno Gattolettori,
oggi sono qui per parlarvi di un bellissimo libro edito Sinnos edizioni che aiuterà sia i più piccoli che gli adolescenti, a capire il valore dell'amicizia.

Teneré
di Della Passarelli
                                                      

Genere:
Narrativa x ragazzi
Editore: Sinnos
Prezzo: € 13,00
Pagine: 128
Uscita: 25 marzo 2021

Siamo in Tunisia. Teneré, un giovane fennec, fugge dallo zoo e si nasconde nello zaino di Matteo, che è in vacanza con i genitori. Tra il bambino e l'animale comincia un'amicizia davvero speciale, tra oasi e dune, personaggi loschi e storie dimenticate, inseguimenti e voglia di libertà. Età di lettura: da 6 anni.
RECENSIONE

 

La casa editrice Sinnos ripropone, dopo oltre 25 anni, una nuova edizione di Teneré, impreziosita dalle illustrazioni di Asia Carbone e dall'utilizzo della font Leggimi, che rende la lettura godibile proprio a tutti.
La lettura è agevolata anche grazie all'impaginazione, alla suddivisione in brevi capitoli che non affatica i lettori meno esperti e all'utilizzo di un linguaggio asciuttonma accattivante.

I primi quattro capitoli raccontano, alternate, due storie diverse: quella di un piccolo fennec, volpe del deserto, rinchiuso nello zoo di Tozeur, e quella di Matteo, un giovane turista romano in vacanza con i suoi genitori in Tunisia. Le due storie si intrecciano nel quinto capitolo, dando luogo ad un'avventura emozionante ed intensa.

"Siamo in Tunisia.
Teneré, un giovane fennec, fugge dallo zoo e si nasconde nello zaino di Matteo, che è in vacanza con i genitori. Tra il bambino e l'animale comincia un'amicizia davvero speciale, tra oasi e dune, personaggi loschi e storie dimenticate, inseguimenti e voglia di libertà."

Il racconto di Della Passarelli è più attuale che mai: la sfida di Matteo, che si batte per rendere libero il fennec, ci ricorda quanto sia giusto e necessario- a volte- andare contro il sistema. L'obbedienza ai genitori e alle leggi è importante, certo, ma non si può nascondere che ci sono delle situazioni in cui bisogna sovvertire l'ordine prestabilito in nome di valori in cui crediamo - o dovremmo credere- quali il diritto alla libertà e ad una vita dignitosa...

"La mamma e il papà si guardarono: un po' erano dispiaciuti che Matteo non volesse entrare con loro e un po' la cocciutaggine del loro figlio li faceva sentire colpevoli... perché erano curiosi di vedere gli animali, anche se erano in gabbia".
La narrazione mostra già dal principio una dicotomia: l'innocenza e l'altruismo di Matteo (dei bambini) da un lato, il disincanto e l'egoismo dei genitori (degli adulti) dall'altro.
E questo è ancora più evidente se guardiamo all'empatia di Matteo verso il piccolo fennec, del quale riesce addirittura a capire la lingua, quasi a voler sottolineare che crescendo perdiamo quell'orecchio acerbo, come direbbe Rodari, che ci permette di essere in sintonia con la natura e con quello che conta veramente.

Non si può non leggere con una certa tenerezza questa storia che supera le barriere linguistiche e odora di terre lontane e sconosciute. Una storia che oscilla tra il reale e il fantastico portando con sé messaggi di amicizia e di riscatto, di integrazione e di rispetto e che trova nei gesti di un bambino la spinta al cambiamento.  

Il libro si chiude con la vera storia del roumi (personaggio misterioso che abbiamo incontrato tra le pagine del libro) a cura di Marco Gabbrielli, che ci esorta ad andare oltre le apparenze e i pregiudizi e aprirsi "a vivere meravigliosi incontri con storie, suoni, sapori e colori diversi e affascinanti."

Il roumi, lo straniero, altro non è che un soldato italiano, catturato e fatto prigioniero durante la seconda Guerra Mondiale in Tunisia. È guardato con sospetto in quanto straniero ed isolato, quindi "diverso".

Una situazione che viviamo drammaticamente ogni giorno, con l'intensificarsi dei fenomeni migratori, i cui protagonisti vengono spogliati delle loro storie, del loro vissuto, della loro dignità, per diventare numeri a cui guardare con sospetto e diffidenza.
Ed è ai giovani lettori con l'orecchio acerbo che bisogna rivolgersi per superare i pregiudizi e protestare contro la guerra e contro l'intolleranza verso la diversità.

 


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