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CINEGATTO: ODIO L'ESTATE

Tornano Aldo, Giovanni e Giacomo seguiti dalla regia di Massimo Venier, in un film nostalgico che ricalca i grandi successi del trio aggiungendo la novità della storia. 


Scheda Film



Odio l’estate, il film diretto da Massimo Venier, racconta una storia di amicizia e sentimenti. Tre uomini decidono di trascorrere le vacanze estive in un’isola a largo delle coste italiche, ognuno insieme alla rispettiva famiglia. Non conoscendosi, scelgono la stessa meta estiva, la stessa spiaggia e si ritrovano anche ad affittare la stessa casa…tutti nello stesso periodo.
Sono totalmente diversi l’uno dall’altro. Aldo è un tamarro senza un lavoro fisso, è ipocondriaco, ha una passione per Massimo Ranieri e vive con un cane di nome Brian, una moglie che urla invece di parlare, e i figli Ilary e Salvo. Giovanni è uno organizzato, preciso, gestisce un’impresa prossima al fallimento e viaggia con la moglie e la figlia Alessia. Infine, c’è Giacomo, medico di successo che non riesce, però, ad avere un rapporto con il figlioletto in piena pubertà.
È inevitabile che la convivenza rappresenterà per il gruppo una vera impresa di sopravvivenza e sarà impossibile non scontrarsi. Abitudini diverse, due figli che si innamorano, tre mogli che partono col piede sbagliato, ma finiscono per ballare insieme in una sera d’estate e tre nuovi amici alla ricerca di un figlio in fuga. Una casa riuscirà a unire tutte queste tante persone così diverse tra loro?


ODIO L'ESTATE

Era il 1997 quando i nomi di Aldo, Giovanni e Giacomo si unirono a quello di Massimo Venier per la prima volta, presentando al pubblico il loro film dal titolo “Tre uomini e una gamba”. Il resto è storia. Campioni d’incassi nella commedia italiana, il trio ha proseguito in salita la sua carriera, regalandoci film come “Così è la vita”, “Chiedimi se sono felice”, “La leggenda di Al, John e Jack” e “Tu la conosci Claudia”. Tutti diversi, ma accomunati da una cosa: la loro amicizia forte e tormentata, almeno sullo schermo, e soprattutto esilarante. I personaggi hanno sempre mantenuto i nomi degli attori, perché proprio la loro umanità e quel modo goffo di bisticciare per poi fare subito pace sembra appartenere al trio di amici quanto ai loro personaggi – almeno questa è l’impressione che ci danno. La formula perfetta è sempre stata la semplicità, condita con le caratteristiche tipiche dei loro caratteri/personaggi ormai famosissimi. Ricetta che non sempre è stata mantenuta, forse ricercando qualcosa di nuovo, forse per la paura di non piacere più. Sbagliatissimo, perché Aldo, Giovanni e Giacomo ci piacciono esattamente così per come sono. E in Odio l’estate tornano loro, forti come prima, in una storia lineare che rende anche omaggio ai precedenti successi.




La storia è incentrata sulle vacanze estive di Aldo, Giovanni e Giacomo e le loro famiglie. Giunti nell’abitazione prenotata tramite agenzia, le tre famiglie si ritrovano a dover condividere una villetta data per errore a tutti e tre. Un disguido nelle prenotazioni ed è subito vacanza rovinata. Eppure da quella convivenza forzata nasceranno bellissime amicizie. Le tre coppie rappresentano i diversi gradi possibili di un matrimonio: Aldo e Carmen (Maria di Biase) si amano molto, sono una coppia passionale e non lo nascondono; Giovanni e Paola (Carlotta Natoli) si vogliono molto bene, nonostante tendono a non sopportare alcune cose l’uno dell’altra; Giacomo e Barbara (Lucia Mascino) sono una coppia stanca, in litigio continuo, con un’aria rassegnata da parte di lui e frustrata da parte di lei. Anche i figli delle coppie non sono facili. 




L’ingrediente in più, rispetto ai film precedenti, è una sottile nota malinconica che viene svelata solo nel finale del film, prevedibile se individuata fin dall’inizio della storia, ma che non guasta. Anzi, è un valore aggiunto a una commedia con i piedi per terra. La semplicità e la realtà sono due àncore sicure del film, ma non sarebbero state abbastanza senza la bravura dei protagonisti: Aldo, Giovanni e Giacomo sono da sempre maestri della risata, e non di quella banale, scontata, fine a sé stessa; la loro comicità è pulita, concretamente divertente. Apprezzatissime anche le scene e le inquadrature omaggio ai film precedenti (che non svelo per non togliere la sorpresa). Inoltre, da ricordare la colonna sonora di Brunori Sas che ha conquistato il Nastro d’argento e il Ciak d’oro. 






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