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CINEGATTO: JOJO RABBIT

Hola readers,
è in arrivo nelle sale italiane il 16 gennaio un film che non potete perdere. Jojo Rabbit è scritto, diretto, co-prodotto e interpretato da Taika Waititi, liberamente ispirato al romanzo Il cielo in gabbia di Christine Leunens. Non potete perderlo non solo perché è in concorso con ben 6 nominations ai BAFTA 2020 - e di sicuro lo rivedremo agli Oscar - ma perché è semplicemente geniale, commuovente, straziante, ironico e indispensabile.


Scheda Film

Regia di Taika Waititi. Un film con Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Rebel Wilson, Sam Rockwell. Cast completo Titolo originale: Jojo Rabbit. Genere Commedia, Drammatico, Guerra - Germania, 2019, durata 108 minuti. Uscita cinema giovedì 16 gennaio 2020 distribuito da 20th Century Fox.
Il giovanissimo Jojo Betzler (Roman Griffin Davis) ha 10 anni non riesce a relazionarsi con i suoi coetanei. Sempre impacciato,viene appunto chiamato Jojo Rabbit -coniglio -per sottolineare, con la crudeltà di certi bambini, sostenuti dagli adulti in divisa nazista, le sue difficoltà. Per cercare di affrontare un mondo che gli sembra sempre ostile, Jojo si rivolge allora al suo amico immaginario che ha il volto di Adolf Hitler, interpretato dallo stesso regista. Ma il giovanissimo comincia a porsi molte domande sulla legittimità di quanto gli viene insegnato a scuola e nel campo di addestramento, quando scopre che la madre nasconde in soffitta Elsa (Thomasin McKenzie), una ragazza ebrea. Tra Jojo e Elsa nasce un'amicizia che porta il ragazzino a guardare con altri occhi quanto sta succedendo intorno a lui e a dubitare sulla bontà degli insegnamenti relativi al nazismo che riceve.
recensione

A tratti ricorda La vita è bella di Benigni, Il grande dittatore di Chaplin, Il bambino col pigiama a righe di Herman. Eppure no, ha una irriverenza e profondità tutta sua. È unico nel suo genere. Waititi racconta la Germania nazista, soffermandosi su un aspetto particolare molto presente nel periodo delle grandi guerre: la propaganda. I nemici venivano demonizzati inventando storie assurde su di loro, a cui ovviamente molti bambini credevano. La figura di Hitler veniva portata in alto come simbolo di forza, coraggio, ragione. 
I più piccoli non hanno quasi mai avuto scelta di sottrarsi a un vero e proprio lavaggio del cervello, così come inizialmemente accade al protagonista Jojo Betzler (Roman Griffin Davis), un bambino di 10 anni investito da tutto questo. La sua realtà è formata da una mamma che fa anche da padre (Scarlett Johansson), dal Capitano Klenzendorf (Sam Rockwell), dal suo compagno di addestramento Yorki (Archie Yates) e dalla finta proiezione del suo idolo Hitler (Taika Waititi) a cui Jojo chiede consiglio. L’idea di basare un intero film sulla prospettiva di un bambino “nazista” – questo almeno è ciò che Jojo crede di essere – e gli eventi che, seppur racchiusi in un periodo di tempo limitato, lo faranno crescere e formare, è eccezionale. 


Un bambino a cui manca il padre impegnato per la guerra, con una madre piena di energia e di ottimismo, cresciuto in un bombardamento di informazioni che, senza un altro lato della medaglia, non possono risultare che vere. Così gli eroi sono i tedeschi, gli ebrei sono dei mostri violenti, i russi mangiano i bambini, e così via. Sono le storielle che si raccontano ai bambini, con la differenza che quando ci si spinge così oltre, diventa tutto molto pericoloso. Le cose iniziano a cambiare quando il bambino scopre cosa nasconde – o meglio protegge – la sua mamma: Elsa, ebrea. Il personaggio di Thomasin McKenzie ha il ruolo chiave nel film, quello del rabbit tenuto in gabbia da un’ideologia, dalla cattiveria umana senza fondamento. 
 La libertà è l’unica cosa desiderata, come per tutti del resto. Il film è perfettamente scandito nella progressione della storia a tal punto che sembra incredibile quanto dettagliatamente siano “raccontati” i personaggi in soli 108 minuti. Scarlett Johansson è incredibilmente brava nei panni di Rosie, una figura che non si trova spesso in film di questo genere: non si tratta di semplice ottimismo, di ribellione, di coraggio, ma della consapevolezza dell’essere donna, madre, moglie, cittadina, e di essere nel giusto. 


La scelta di rischiare tutto per proteggere anche un solo ebreo è l’esempio migliore che si possa dare a un figlio. “Fare quello che si può”, come dice il suo personaggio, è fondamentale per raggiungere la libertà passo dopo passo. La sua interpretazione mostra anche una grande versatilità dell’attrice, che ha dato vita a un personaggio sfacciatamente fantasioso e potente. Il piccolo Davis non è da meno, tenendo lo schermo per la quasi totalità del film, con i suoi occhi fissi e il broncetto tipico di chi crede di essere nel giusto a quell’età. Senza dimenticare che si tratta del primo film del piccolo-grande attore. Commuovente l’escalation dei personaggi di Rockwell e Alfie Allen, anche loro in lotta contro dei pregiudizi contro cui potranno prendersi una piccola rivincita più avanti. 
Divertentissima, invece, la figura di un Hitler folle e bisognoso di attenzioni proposta da Waititi, che mostra come un bambino di 10 anni possa immaginare un riferimento non conosciuto ma tanto enfatizzato da chi lo circonda. Oltre alla bravura nell’aver creato un film difficilissimo e in bilico tra commedia e dramma, affrontato con enorme sapienza e innovazione, c’è un’altra cosa che spiazza: un bambino sa tornare sui suoi passi, molto più degli adulti. Un bambino sa che non è mai tardi per cambiare direzione, per vedere con i propri occhi e fare la cosa giusta. 


La storia (anche reale) è piena di insegnamenti sbagliati, di persone distrutte da dittatori veri o presunti che decidono verso quale direzione deve andare il pensiero degli altri. Per farlo si servono di costruzioni, bugie che facilmente si trasformano in pregiudizi, e il regista di madre ebrea e padre Maori ne sa molto. Mostra come combatterli, spogliandoli per poi guardarli per ciò che sono veramente. E spesso l’effetto è ridicolo, così come lo è – volutamente – per noi spettatori. Per farlo, Waititi ha realizzato scenette “tipiche”, come ad esempio la svolta quasi horror nella presentazione del personaggio di Elsa che sembra uscire da The Ring, per enfatizzare le credenze inculcate dai tedeschi. 


Con la sua scrittura fresca e divertente, incredibilmente il film è adatto a ogni genere di pubblico, e possiede quella sana crudezza che anche i più piccoli dovrebbero conoscere (ma se avete figli prima vedetelo voi, ogni genitore fa le sue scelte!). Ritmato, nuovo, commuovente e divertente, curato nei dettagli, nella colonna sonora firmata Michael Giacchino, nei costumi, nel montaggio: non c’è che dire, Jojo Rabbit mi ha davvero conquistata.


3 commenti

  1. Taika Waititi è un pazzo che adoro, soprattutto dopo aver visto Vita da vampiro - What We Do in the Shadows, quindi non mi perderò questo ;)

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  2. C'è anche un buon sito per guardare film https://ilgeniodellostreaming.stream/ È più che degno e gratuito, ci sono sempre nuovi prodotti

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