Buon pomeriggio readers,
come tutti i giovedì è arrivato il momento di presentarvi l'autore ospite della pagina 69. Eccomi qui con, "Cronache di Fulgenzio Draconzio" di Raffaele Guadagnin.
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Pagina 69
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Ricordo che la rubrica è stata ideata da Ornella di Peccati di Penna.
CRONACHE DI FULGENZIO DRACONZIO
RAFFAELE GUADAGNIN
RAFFAELE GUADAGNIN
Prezzo: € 13,00
Editore: Poetikanten - ilfilorosso
Pagine: 214
Pubblicazione: Dicembre 2018
È di maghi giardinieri e draghi burloni, abili spadaccine e regnanti legulei, di umbratili bibliotecarie, che narrano le sei eroicomiche "Cronache dello studioso cosmopolita Fulgenzio Draconzio", delle sue peregrinazioni fra i docili declivi della nivea Altavetta e le lugubri rupi di Torretempesta, nei giorni in cui i piccoli Rufina, Crispino e Anselmo riscattarono gli enigmatici elfi di Boscoselvaggio e i Tetri Paladini dello stregone Morgante sfidarono i temerari cavalieri di Arcospezzato. Non credetegli, se lo desiderate, non credete alle canzoni di gesta del bardo Saffiro o al Diario di bordo di capitan Bonaventura: a Fulgenzio, in realtà, non importa. Immaginate. Età di lettura: da 7 anni.
ESTRATTO
Il mio nome è Fulgenzio Draconzio, però potete tranquillamente chiamarmi Messere Fulgenzio Draconzio Lisandro Ratberto di Rocca dei Senzaquattrini, quarto e ultimogenito di Ursicio Manoferma, Re di (ohibò!) Rocca dei Senzaquattrini.
Al maggiore dei miei fratelli Fidenziano Cutberto bla bla (potete tranquillamente chiamarlo Fido) spettano il castello (niente meno che un lugubre torrione abbarbicato a un lugubre isolotto!) e di succe-dere a mio padre con il titolo di Re Fido bla bla di bla dei bla. Al secondo (Nicez... beh, non importa) sarebbe spettato il mestiere dello studioso, ma, forse perché solito firmarsi incrociando due tremolanti righe in diagonale, è stato creato intrepido cavaliere. L’occupazione prediletta del terzogenito è invece il buontempone: scialacquatore capace, compete a lui di prosciugare pian piano il limitato patrimonio di famiglia. E chi rimane per cantare le gesta di Ursicio Eccetera, del suo regno di second’ordine, se non il qui scrivente Fulgenzio Draconzio?
Credo immaginiate che se il nostro reucolo leggesse (stentatamente, com’è suo costume) il lusinghie-ro ritratto appena riservato a lui e ai suoi baldanzosi rampolli ne sarebbe oltremodo scontento: mi spic-cherebbe la testa dal collo in un battibaleno! Tuttavia, nella trepidante attesa degli epici volumoni dedi-cati alle sue imprese (attesa che sarà estremamente lunga), questo libercolo di esigue dimensioni passerà sicuramente inosservato al suo sguardo minaccioso. Ma chi sono allora i protagonisti, i comprimari, gli antagonisti, le comparse e i caratteristi che quatti quatti o baccagliando vanno e vengono nel nostro di-messo manoscritto? E se non è l’epopea del triste regno del mio biasimevole padre e dei miei intempe-stivi fratelli, di quali luoghi ameni o orridi vi accingete a leggere?
Dovete sapere che molti studiosi sono anche dei grandi viaggiatori (e non era certo mia intenzione costituire un’eccezione!), quindi, imbarcatomi sulla nave corsara dei pirati Guiscardo Cattabriga e Ruti-lio Ingannasorte, ho fatto vela per il placido Golfo di Bonaventura, approdando al porticciolo di Onde-basse, la città più meridionale dell’Alkaden. Guidato da Cassiopea, Fata protettrice di vagabondi e fore-stieri, mi sono avventurato fino al limitare di Boscoselvaggio, per poi proseguire sull’accidentata Strada delle Robinie (dopo una sosta nella modesta locanda di Fiordaliso e Orso, beninteso!) alla volta della città di Arcospezzato. Infine ho valicato il passo dell’Ertosentiero, racchiuso dalle Cime delle Viverne, con l’aiuto dello scorbutico cacciatore Bruno Squarcialupo, e concluso il mio viaggio a Porto degli Sco-gli, flagellato dalle mareggiate del pericoloso Stretto del Kraken.
È delle persone conosciute durante il mio andare a zonzo, degli avvenimenti di cui sono state parte-cipi, che sono in procinto di narrarvi: della battaglia combattuta dal bizzarro mago Venerio contro il ba-silisco, e di quella tra i cavalieri di Arcospezzato e i Tetri Paladini dello stregone Morgante; della fuga delle due principessine Elena e Estella, del loro incontro con gli Elfi di Boscoselvaggio; dell’accoglienza ricevuta alla corte di Arcospezzato dal sentenzioso Re Tito e della stralunata regina Casimira; dell’imprevedibile accordo tra un gatto goffo e un cane brontolone, cioè il ladro Ale Giuratrabocchetti e il Capitano della guardia Rolfo Castigamatti; del riscatto del malvagio Michele di Foscomaniero e della grande amicizia tra i piccoli Rufina, Crispino e Anselmo.
E se queste testimonianze non dovessero incontrare il vostro favore, fingete pure che siano frutto della mia fantasia. Ma non illudetevi, perché a volte la fantasia muove gli animi più della realtà stessa.
Al maggiore dei miei fratelli Fidenziano Cutberto bla bla (potete tranquillamente chiamarlo Fido) spettano il castello (niente meno che un lugubre torrione abbarbicato a un lugubre isolotto!) e di succe-dere a mio padre con il titolo di Re Fido bla bla di bla dei bla. Al secondo (Nicez... beh, non importa) sarebbe spettato il mestiere dello studioso, ma, forse perché solito firmarsi incrociando due tremolanti righe in diagonale, è stato creato intrepido cavaliere. L’occupazione prediletta del terzogenito è invece il buontempone: scialacquatore capace, compete a lui di prosciugare pian piano il limitato patrimonio di famiglia. E chi rimane per cantare le gesta di Ursicio Eccetera, del suo regno di second’ordine, se non il qui scrivente Fulgenzio Draconzio?
Credo immaginiate che se il nostro reucolo leggesse (stentatamente, com’è suo costume) il lusinghie-ro ritratto appena riservato a lui e ai suoi baldanzosi rampolli ne sarebbe oltremodo scontento: mi spic-cherebbe la testa dal collo in un battibaleno! Tuttavia, nella trepidante attesa degli epici volumoni dedi-cati alle sue imprese (attesa che sarà estremamente lunga), questo libercolo di esigue dimensioni passerà sicuramente inosservato al suo sguardo minaccioso. Ma chi sono allora i protagonisti, i comprimari, gli antagonisti, le comparse e i caratteristi che quatti quatti o baccagliando vanno e vengono nel nostro di-messo manoscritto? E se non è l’epopea del triste regno del mio biasimevole padre e dei miei intempe-stivi fratelli, di quali luoghi ameni o orridi vi accingete a leggere?
Dovete sapere che molti studiosi sono anche dei grandi viaggiatori (e non era certo mia intenzione costituire un’eccezione!), quindi, imbarcatomi sulla nave corsara dei pirati Guiscardo Cattabriga e Ruti-lio Ingannasorte, ho fatto vela per il placido Golfo di Bonaventura, approdando al porticciolo di Onde-basse, la città più meridionale dell’Alkaden. Guidato da Cassiopea, Fata protettrice di vagabondi e fore-stieri, mi sono avventurato fino al limitare di Boscoselvaggio, per poi proseguire sull’accidentata Strada delle Robinie (dopo una sosta nella modesta locanda di Fiordaliso e Orso, beninteso!) alla volta della città di Arcospezzato. Infine ho valicato il passo dell’Ertosentiero, racchiuso dalle Cime delle Viverne, con l’aiuto dello scorbutico cacciatore Bruno Squarcialupo, e concluso il mio viaggio a Porto degli Sco-gli, flagellato dalle mareggiate del pericoloso Stretto del Kraken.
È delle persone conosciute durante il mio andare a zonzo, degli avvenimenti di cui sono state parte-cipi, che sono in procinto di narrarvi: della battaglia combattuta dal bizzarro mago Venerio contro il ba-silisco, e di quella tra i cavalieri di Arcospezzato e i Tetri Paladini dello stregone Morgante; della fuga delle due principessine Elena e Estella, del loro incontro con gli Elfi di Boscoselvaggio; dell’accoglienza ricevuta alla corte di Arcospezzato dal sentenzioso Re Tito e della stralunata regina Casimira; dell’imprevedibile accordo tra un gatto goffo e un cane brontolone, cioè il ladro Ale Giuratrabocchetti e il Capitano della guardia Rolfo Castigamatti; del riscatto del malvagio Michele di Foscomaniero e della grande amicizia tra i piccoli Rufina, Crispino e Anselmo.
E se queste testimonianze non dovessero incontrare il vostro favore, fingete pure che siano frutto della mia fantasia. Ma non illudetevi, perché a volte la fantasia muove gli animi più della realtà stessa.
Fulgenzio Draconzio Lisandro Ratberto di Rocca
dei Senzaquattrini
RAFFAELE GUADAGNIN
La trama è carina e dall'estratto sembra anche molto ironico. In bocca al lupo all'autore :D
RispondiEliminaSi l'ho notato anche io :-)
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