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IL TRONO DI PELLICOLE: BUON COMPLEANNO… MICHAEL KEATON

Hola readers,
nuovo appuntamento con la nostra rubrica "Il trono di pellicole" gestita interamente dalla nostra Annalisa che ricordo, vi parlerà di gossip, ricorrenze, eventi ecc.. che riguardano il mondo dello spettacolo e non solo... Siete pronti quindi a cantare tanti auguri a Michael Keaton?

È un volto iconico, la sua faccia è tanto particolare quanto difficile da dimenticare. Un’aria un po’ da duro e un po’ da bambino, e proprio grazie a questo riesce ad affrontare i ruoli più svariati. Come dimenticare il Batman del 1989 firmato Tim Burton? In cui Keaton porta la sua carriera ad un livello a cui tutti gli attori - o quasi tutti - aspirano: quello dei supereroi. 

Il pipistrello della DC è infatti ancora oggi molto attaccato al suo protagonista in carne e ossa, seppur si sono susseguiti anni di titoli come Molto rumore per nulla, Cronisti d’assalto, Mi sdoppio in 4, Jackie Brown, Jack Frost, firmando collaborazioni con registi dal calibro di Kenneth Branagh, Ron Howard, Quentin Tarantino. Ma il film di cui parliamo oggi ha a che fare con il fantasma dell’uomo pipistrello, in un racconto che punta proprio sugli stereotipi e la difficoltà di sbarazzarsi delle etichette: oggi parliamo di Birdman.



Alejandro Gonzàlez Iñàrritu ha diretto, co-scritto e co-prodotto questo titolo, ricevendo la più grande delle soddisfazioni: gli Oscar al Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Fotografia, Miglior Sceneggiatura Originale. Birdman mette d’accordo pubblico e critica, piace, è attuale, è veritiero. Il protagonista è Riggan Thomson (Michael Keaton), un attore che non riesce a scrollarsi di dosso la fama per aver interpretato un supereroe con la faccia da uccello; prova a dimostrare di essere molto di più, si butta sui teatri di Broadway, con sceneggiature tratte da opere letterarie. 

Si sforza di far vedere a pubblico e critica che lui non è soltanto Birdman, con scarsi risultati. Intorno a lui, le vicende della figlia Sam (Emma Stone), in lotta con le sue dipendenze, e il nemico-amico saccente attore Mike (Edward Norton). Solo alcuni dei personaggi presenti nella porzione di vita-spettacolo ripreso in piano sequenza proprio per accentuare l’effetto di realtà e teatralità. Gli stacchi sono quasi invisibili, per non interferire sulla fluidità della storia, e le riprese soffocanti in steady-cam sulle spalle di Riggan - a enfatizzare il peso che sente - risultano la trovata in più. 


L’intero film è tecnicamente perfetto, studiato nei particolari, recitato teatralmente da persone che hanno imparato a sfruttare una maschera anche fuori dal palco. In un mondo di attori a volte sottovalutati, critici che proseguono per etichettature con l’intento di stroncare ciò che non considerano degno, falsi rapporti, popolarità ridotta ai social, una voce fuori dal coro è rappresentata proprio da Sam, che si mette da parte e silenziosamente diviene l’occhio sul mondo.

Risulta difficile orientarsi in un mondo che ci spinge ad essere ciò che vuole e non ciò che vogliamo, continuamente davanti alla scelta di inseguire le proprie passioni e i propri talenti o arrendersi alla richiesta commerciale, entrando a far parte di un sistema. Decisamente un titolo che va visto, che mostra tentativi di riscatto uniti alla spettacolarità del cinema che ormai è parte della nostra quotidianità. 


5 commenti

  1. Attore davvero carismatico, in Birdman offre poi una prova maiuscola, maiuscolo come il film stesso, Auguri Michael ;)

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  2. Vou estar atenta e não perder o filme que recomendas!
    E vamos a aproveitar este final de verão, que o outono está à espreita...
    Beijos.

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  3. L'ultimo film che ho visto di Keaton è the founder, la storia del tipo che ha preso la proprietà dei Mc Donald's dagli omonimi fratelli. La prima parte del film è decisamente meglio della seconda, Keaton invece è sempre bravo, per tutta la durata :D.
    La scena delle prove della "catena di montaggio" della panineria, fatta su un campo da tennis, è qualcosa di meraviglioso.
    Avevo letto un commento sulla performance di Keaton: riesce a farsi odiare così tanto che alla fine scompare l'attore e rimane solo il personaggio, del protagonista della vicenda.

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